Il decreto Genova – battezzato all’origine, un mese fa, decreto «urgenze» – va al rilento in commissione trasporti alla camera. Lo rallentano le critiche e le richieste di correzioni. Anche da parte del governo. «La norma per gli sfollati prima non c’era e adesso c’è», si compiace il ministro Toninelli in diretta facebook, tralasciando di dire che il decreto, anche «prima», lo aveva scritto lui. Spunta così, dopo la prima manifestazione di protesta e le contestazioni al ministro, l’articolo 3 bis chestabilisce i fondi per chi ha dovuto lasciare la casa sotto il ponte, ormai quasi due mesi fa. «Si parla di duemila euro al metro quadro più delle indennità di 45 e 36 mila euro», dice il ministro. Si parla e bisogna fidarsi, perché ancora una volta non c’è un testo – anche se Toninelli si fa riprendere mentre legge un foglio. Si tratta dunque dell’annuncio di un emendamento del governo al suo stesso testo.
Siamo ancora alle premesse, prima di martedì non si comincerà a votare in commissione. La colpa, sosteine il Pdm è delle ormai note divisioni tra leghisti e grillini su Genova. I 5 Stelle smentiscono: non è vero, va tutto bene. «La scrittura di un decreto del genere è una cosa complessa», aggiunge Toninelli. Garantendo di lavorare «16-18 ore al giorno» e annunciando – forse per questa carenza di riposo – che farà certamente nuovi lapsus, come quello del Brennero: «Anziché dire valico o passante ho detto tunnel, mi stanno prendendo in giro ma me ne frego».

Intanto nuove critiche al decreto arrivano dall’autorità Anticorruzione. Sentito in commissione, Raffaele Cantone ha messo all’indice i super poteri «senza precedenti» del commissario straordinario per Genova (il sindaco Bucci) che potrà derogare anche al codice Antimafia. Compresa «la relativa disciplina sulle interdittive», mentre «vi sono molte attività connesse alla ricostruzione in cui le imprese mafiose detengono un indiscutibile know-how». Piccata la replica di palazzo Chigi, che fa notare al presidente dell’Anac come «nel decreto non vi è la deroga alle norme penali». «Penso abbiano capito male – l’ultima risposta di Cantone – ho parlato delle norme antimafia che sono extrapenali e dunque allo stato derogabili, mi auguro che il decreto sia modificato».

A chiedere modifiche è anche il presidente della Liguria Toti, che durante la sua audizione corregge molto al rialzo la stima dei danni, «servono 400-500 milioni per rimettere Genova nelle condizioni precedenti». Nel decreto i fondi per la città sono fermi a 20 milioni, ai quali aggiungere la previsione di 360 milioni – ma in 12 anni – per la ricostruzione del ponte sul Polcevera. Agli sfollati andranno adesso altri 20 milioni (o 50, come promette Di Maio, in arrivo nel decreto fiscale che uscirà da palazzo Chigi la prossima settimana); la formula è la stessa prevista per finanziare la ricostruzione. Il decreto prevede che sia Autostrade a stanziare i fondi per gli sfollati, ma se non lo fa – magari in conseguenza della sua esclusione dai lavori per il nuove ponte – allora dovrà anticiparli lo stato.