Un colpo ai sindacati che protestano contro l’estensione dei voucher nel «Decreto dignità» e la rimozione delle critiche di Confindustria Veneto sulle nuove regole dei contratti a termine: meno rinnovi (da 5 a 4), più brevi (da 36 a 24 mesi), con la causale dopo 12 mesi, l’aggravio contributivo dello 0,5% a rinnovo e l’aumento degli indennizzi. Questa la reazione del vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini (Lega) all’approvazione del decreto alla Camera con 312 «Sì»,190 «No», 1 astenuto giovedì 2 agosto.

«Le modifiche hanno migliorato notevolmente il decreto dignità – ha detto Salvini – Tutti gli imprenditori, gli artigiani, i commercianti, gli agricoltori che ho sentito sono contenti e dicono grazie. Sono soddisfatto, se ci sono ulteriori migliorie siamo pronti ad ascoltare. Se gli ultrà della Cgil, penso alla Camusso, dicono che non va bene, allora vuol dire che per il mondo del lavoro va bene».

Soddisfatto il vicepremier, ministro del lavoro e dello sviluppo Luigi Di Maio (Cinque Stelle) che, in un video su Facebook, ha sostenuto che «abbiamo cominciato a invertire la tendenza del precariato perché io ragazzi che si fanno sfruttare pur di dire che hanno un lavoro non li voglio più vedere». Il decreto «non è un punto di arrivo». Dopo il voto definitivo al Senato, «ci metteremo attorno a un tavolo con gli imprenditori e cominceremo a sburocratizzare tante altre cose che sono da eliminare, come dovremo andare oltre sul precariato, fare ancora sulle delocalizzazioni».

«Ora occorre concludere al più presto l’iter poiché l’estate – sostiene la Coldiretti – coincide con il periodo di maggior impiego di lavoro nelle campagne a partire dalle attività di raccolta di verdura e frutta fino ad arrivare alla vendemmia che è già alle porte». Maurizio Martina, segretario del Pd, è preoccupato per le imprese: «Lo chiamerei decreto disoccupazione, è un decreto che genererà più precarietà, che complica la vita alle imprese, come stanno dicendo molti imprenditori non solo a nord, bloccherà gli investimenti al Sud».

Al Senato ieri è passato un emendamento al decreto Milleproroghe sui diplomati magistrale a rischio licenziamento, a firma Loredana De Petris (LeU). Per Stefano Fassina (LeU) corregge un errore del «Decreto dignità». «Nel passaggio alla Camera il governo confermi il voto».