Google Italia ha bloccato la pubblicità sul gioco d’azzardo, stabiliyo dal «decreto dignità». Per il ministro del lavoro Di Maio è una conferma: «Non si torna indietro. La lotta all’azzardopatia viene combattuta con strumenti efficaci». Ieri i tecnici del Servizio studi della Camera, nel dossier ‘Elementi per la valutazione degli aspetti di legittimità costituzionale hanno chiesto chiarimenti su questa misura. Secondo il servizio studi andrebbero «chiarite le motivazioni alla base della clausola di salvezza della normativa vigente», che consente la pubblicità vietando solo specifiche modalità, «a fronte dell’introduzione di un generale divieto di qualsiasi forma di pubblicità». Potrebbe, inoltre, «risultare opportuno un approfondimento» sul ruolo dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato e dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli. L’Agcom è stata individuata come autorità competente all’irrogazione delle sanzioni, per la violazione del divieto generale di pubblicità di giochi; mentre all’Agenzia delle dogane spetta l’irrogazione delle sanzioni per la violazione dello specifico divieto di pubblicità di giochi e scommesse rivolta ai minori. Secondo i tecnici sarebbe opportuno coordinare l’attività delle due strutture. Approfondimenti sono stati chiesti anche sulle norme che riguardano le società sportive dilettantistiche. Per i tecnici è necessario consultare le regioni.

Nel frattempo continua il «maninagate», il presunto complotto delle «lobby». Circola ancora l’ipotesi che la tabella galeotta con i dati Inps sulla cessazione di 8 mila posizioni causata dalla stretta sui contratti a termine contenuta nel «decreto dignità» era nota al governo sei giorni prima della firma del presidente della repubblica Mattarella: il 6 luglio. «Noi siamo venuti a conoscenza del fatto la notte prima che il decreto andasse al Quirinale – ha smentito il ministro del lavoro Di Maio – C’è stata una manina che ha inserito qualcosa nella relazione tecnica, ma niente succede». Il velo complottista non è scomparso nemmeno dopo il rodeo «tutti contro Boeri». Il presidente dell’Inps ha confermato: «Scado a febbraio e fino ad allora non mi muovo: ho un mandato da portare a termine». Oggi Di Maio sarà ascoltato dalle due Commissioni congiunte alle 14. Domani toccherà a Boeri. Ieri sera è stato il turno di Cgil, Cisl e Uil.

«Se non sostenute da un organico disegno di contrasto alla precarietà» le misure sul tempo determinato inserite nel dl dignità, da giudicare comunque positivamente, «rischiano di spostare il peso della precarietà su forme ancora meno tutelate ed ampiamente abusate, quali i tirocini e le false partite Iva, se non di incrementare il ricorso al lavoro intermittente o al lavoro autonomo tout cour – ha sostenuto Tania Scacchetti (Cgil) – Manca di coraggio nell’affrontare, attraverso un intervento organico, un profondo ridisegno delle regole del mercato del lavoro. Questo pare essere il vero limite dell’intervento del Governo» che dovrebbe «ambire ad una proposta più forte che parta dagli investimenti volti a creare occupazione, dal sostegno agli ammortizzatori sociali per affrontare l’enorme problema sociale determinato dalla crisi, dal rilancio e dagli investimenti sulle politiche attive del lavoro».

Per il Segretario Generale aggiunto della Cisl, Luigi Sbarra«è condivisibile la logica del decreto dignità che riduce la durata dei contratti a termine e le proroghe , in linea con la media europea, anche se sarebbe opportuno, per evitare contenziosi, affidare la regolazione delle causali alla contrattazione collettiva ed aziendale, stralciando dal decreto le norme che riguardano il lavoro in somministrazione, tipologia che oggi è già ben tutelata sul piano dei diritti da norme pattizie tra imprese e sindacati».

«Per restituire dignità al lavoro e ai lavoratori – ha detto Ivana Veronese, segretaria confederale Uil – proponiamo che il costo aggiuntivo della flessibilità dovrebbe essere destinato al lavoratore stesso, in modo da ‘compensarè l’instabilità, la discontinuità e l’insicurezza del suo percorso lavorativo». Questa scelta, osserva Veronese, «andrebbe nella direzione di incentivare la buona e stabile occupazione e di rendere strutturale nel tempo la riduzione del costo del lavoro sui contratti a tempo indeterminato»

Tra Lega e Cinque Stelle in queste ore si sta trattando su incentivi a chi trasforma i contratti a tempo determinato in contratti stabili e sui voucher. I leghisti spingerebbero per estendere le norme esistenti. Anche per l’agricoltura si dovrebbe partire da quanto già previsto lo scorso anno, cercando di «semplificare» l’accesso al contratto di prestazione occasionale oggi previsto con il Libretto famiglia per il lavoro di cura. Si esclude che si possa tornare ai buoni-lavoro acquistabili anche dal tabaccaio. Maurizio Landini (Cgil) attacca la reintroduzione dei voucher nel turismo, agricoltura e commercio: «Spero che sia un colpo di sole, visto che è luglio. Se non è così si deve sapere che noi ci batteremo per contrastare quello che sarebbe un errore molto grave a danno di chi lavora».

Dal 24 al 26 luglio a Montecitorio ci sarà la mobilitazione di Flai Cgil,Cisl e Uila.