Uno dei punti sui quali l’accordo ancora non c’è riguarda le multe alle navi delle ong, che il Movimento 5 Stelle vorrebbe mantenere – anche se nella versione originaria del decreto sicurezza bis (non più maxi, bensì sanzioni comprese tra i 10 mila e i 50 mila euro) – mentre Pd, LeU e Italia Viva vorrebbero invece cancellare del tutto.

Punto non certo secondario, ma che al momento sembra essere l’unico vero ostacolo a una riscrittura pressoché totale dei decreti da parte della maggioranza giallorossa convocata ieri al Viminale dalla ministra Luciana Lamorgese. Riscrittura che «non sarà un’operazione di micro belletto», assicura ancora una volta il capogruppo di LeU alla Camera Federico Fornaro al termine dell’incontro.

La novità del giorno è un documento presentato lunedì sera dai 5 stelle e che, contrariamente a quanto affermato finora dai grillini, va molto oltre le modifiche richieste in passato dal Quirinale. Con in più il vantaggio di rappresentare tutte le anime del movimento, cosa che metterebbe in salvo un eventuale accordo da futuri dissensi interni.

Cuore del documento è una revisione del sistema di accoglienza dei migranti che punta a una drastica riduzione del numero dei Cas, i centri di accoglienza straordinaria il cui numero negli anni è cresciuto a dismisura (oggi sono 4.963 nei quali trovano posto 62.613 persone) a vantaggio di un sistema Sprar capace di convogliare sia la prima che la seconda accoglienza in centri piccoli in grado di garantire una maggiore integrazione.

Ma anche un ampliamento dei casi in cui è possibile accedere alla protezione umanitaria e una riduzione dei tempi di detenzione nei Centri per i rimpatri (Cpr), che passerebbero dagli attuali 180 giorni a 90 (eventualmente rinnovabili per altri 90).

Inoltre i permessi di soggiorno, «anche quelli per protezione speciali e per cure mediche» dovrebbero essere convertiti «in permessi di soggiorno per motivi di lavoro al fine di favorire i processi di integrazione».

Novità anche per i minori non accompagnati insieme alla possibilità per i richiedenti asilo di partecipare a corsi di formazione professionale e alla richiesta di introdurre anche il parere del Consiglio di Stato nei procedimenti di revoca della cittadinanza. «Vogliamo un decreto ordine e integrazione, perché solo ordine e integrazione creano vera sicurezza», spiega il presidente della Commissione Affari costituzionali della Camera, il grillino Giuseppe Brescia.

Resta, come detto, il nodo delle multe alle ong sul quale anche il presidente della repubblica Sergio Mattarella aveva sollevato dubbi. «Per noi sono inaccettabili», spiega la senatrice Loredana De Petris (LeU). «Esiste un codice di navigazione e qualora ci fosse un reato è già tutto scritto e disciplinato. Basta accanimento e pregiudizi verso chi fa attività di soccorso in mare».

Sul punto la riscrittura fatta dai tecnici del Viminale dell’articolo riguardante il divieto di transito e sosta delle navi in acque territoriali italiane prevede che la competenza – ora del ministero dell’Interno – torni al dicastero dei Trasporti, ma soprattutto che eventuali provvedimenti non vengano adottati se le operazioni di soccorso si siano svolte in coordinamento con i Mrcc di competenza (i centri di coordinamento dei soccorsi) e con gli Stati di bandiera nel rispetto, è scritto, «delle indicazioni della competente autorità per la ricerca e soccorso in mare emesse in base agli obblighi derivanti dalle convenzioni internazionali in materia di diritto del mare nonché dello statuto dei rifugiati».

Formula che, con il richiamo ai trattati internazionali, lascia presupporre un maggiore rispetto per i diritti di quanti fuggono dalla Libia ma che però non esclude che, se i soccorsi vengono eseguiti nella cosiddetta area Sar (ricerca e salvataggio) libica, il coordinamento spetti a Tripoli. Cosa che nessuna ong finora ha mai accettato.