Il percorso è appena all’inizio e probabilmente servirà ancora del tempo, ma dopo mesi di attesa e di rinvii la revisione dei decreti sicurezza sembra essere finalmente partita. Tre ore di riunione a palazzo Chigi hanno aperto il confronto tra le forze di maggioranza registrando una inaspettata convergenza di opinioni tanto che perfino il Movimento 5 Stelle, da sempre il più restio a intervenire sui provvedimenti salviniani che aveva votato nel precedente governo Conte, si sarebbe mostrato disponibile a interventi più decisi almeno su alcuni punti. Solo il viceministro dell’Interno Vito Crimi avrebbe mostrato perplessità: «Attenti a non cambiare tutto e a rifare gli errori del passato», avrebbe raccomandato prima di lasciare la riunione. E la prima modifica sulla quale si è registrato un consenso unanime riguarda la decisione di separare il tema immigrazione da quello più generale della sicurezza.

PRESENTI AL TAVOLO, oltre al premier Giuseppe Conte e alla ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, era presenti anche i viceministri dell’Interno Crimi e Matteo Mauri, il ministri della Difesa Lorenzo Guerini, il sottosegretario alla presidenza del consiglio Riccardo Fraccaro, e il sottosegretario agli Esteri, Manlio Di Stefano. Inoltre Loredana De Petris e Nicola Fratoianni per LeU, il presidente della commissione Affari costituzionali della Camera Giuseppe Brescia (M5S), Roberta Pinotti (Pd) Laura Garavini e Gennaro Migliore per Italia Viva.

La bozza di modifiche messa a punto dalla titolare del Viminale non sarebbe stata discussa, ma le premesse per un accordo ci sarebbe tutte. A partire dall’abolizione delle supermulte – fino a un milione di euro – per le navi delle ong (uno dei rilievi fatti a suo tempo dal presidente della Repubblica Mattarella), che nella proposta Lamorgese dovrebbero tornare a essere comprese tra i 10 mila e i 50 mila euro. Sempre per quanto riguarda le navi, non verranno più sequestrate se violano il divieto di ingresso nelle acque territoriali (finora mai firmato, va detto, dalla ministra Lamorgese), ma solo in caso di un’ulteriore violazione. Il ridimensionamento delle multe non soddisfa però LeU, Pd e Italia Viva che avrebbero preferito cancellarle completamente perché, è stato spiegato, «chi salva vite non può essere punito».

ALTRO PUNTO sul quale si sarebbe trovato l’accordo è un allargamento della protezione umanitaria, abrogata con il primo decreto sicurezza ma che ora si vorrebbe riconoscere a nuove categorie di migranti vulnerabili. Cinque in particolare: le famiglie con figli minori, le persone gravemente ammalate, quelle con disturbi psichici, ai disabili e alle donne in stato di gravidanza. Inoltre, come richiesto da molti Comuni, per un migrante sarà di nuovo sufficiente la richiesta di asilo per potersi iscrivere all’anagrafe.

Ultimo punto, anch’esso sottolineato da Mattarella nella sua lettera al parlamento, riguarda oltraggio al pubblico ufficiale. Il decreto Salvini cancella la discrezionalità del giudice estendendo il reato a tutti i pubblici ufficiali, dall’agente in servizio a una manifestazione all’impiegato di un ufficio postale. La modica dovrebbe restituire al magistrato la possibilità di valutare le tenuità del fatto o, in alternativa, considerare il reato solo se a subirlo è un membro delle forze dell’ordine.

NOVITÀ INFINE potrebbero arrivare anche per quanto riguarda il sistema Sprar (Sistema protezione richiedenti asilo e rifugiati) fortemente ridimensionato con il primo decreto sicurezza. Il pentastellato Giuseppe Brescia avrebbe chiesto un passo indietro per ripristinare il sistema nella versione originale.

«Ci sarà un altro incontro, poi il ministro produrrà il testo», ha detto Mauri al termine del vertice. Scontata la reazione di Matteo Salvini alla notizia di una possibile revisione dei decreti: «Cancellare i decreti sicurezza significa aiutare la mafia e gli spacciatori di droga», ha detto il leader della Lega. Parole che hanno suscitato la reazione di Nicola Fratoianni: «Quello di Salvini è solo un delirio», ha detto l’esponente di Sinistra italiana. «I suoi decreti hanno provocato nel paese insicurezza e delusione».