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Decine di cadaveri ritrovati tra le macerie di Khan Younis

Decine di cadaveri ritrovati tra le macerie di Khan YounisKhan Younis, Gaza, foto Ansa

Sde Teiman Raid su Nuseirat, colpiti i carretti usati come barelle. Pesanti attacchi sul campo di Bureij

Pubblicato circa 2 mesi faEdizione del 31 luglio 2024
Michele GiorgioGERUSALEMME

Migliaia di palestinesi ieri sono tornati tra le rovine di Khan Younis, al termine di una devastante incursione israeliana durata una settimana. Si sono riviste le stesse scene della scorsa primavera, dopo il primo ritiro dei reparti corazzati israeliani dalla città più importante del sud di Gaza. Gli operatori della Protezione civile hanno raccolto decine di cadaveri dalle strade abbandonate dai carri armati e sotto le macerie degli edifici distrutti e li hanno portati agli obitori avvolti in tappeti su automobili e carretti trainati da asini.

L’ufficio stampa governativo ha riferito di almeno 255 palestinesi uccisi, altri 30 risultano dispersi. I feriti sono oltre 300. Tra i morti ci sono numerosi combattenti di Hamas e di altre fazioni colpiti a morte durante gli scontri a fuoco, particolarmente intensi, con i soldati israeliani che avevano invaso Khan Younis. L’esercito israeliano tace sui civili uccisi e sostiene di aver eliminato 150 palestinesi armati e di aver distrutto gallerie sotterranee, infrastrutture di Hamas e di aver recuperato armi ed esplosivi. Ma anche tra le sue forze si sono registrate perdite di uomini e mezzi. E, più di tutto, quest’ultima incursione militare non ha portato al recupero di ostaggi israeliani, vivi o deceduti. Le stesse forze armate israeliane ammettono che esiste la possibilità che i corpi di alcuni ostaggi non vengano mai più ritrovati. Sono 111 sequestrati sui 250 portati a Gaza il 7 ottobre, fra questi 39 sarebbero morti. Molti in Israele chiedono un cessate il fuoco e una trattativa per uno scambio di prigionieri con Hamas in modo da riportare a casa gli ostaggi vivi. Il primo ministro Benyamin Netanyahu però rifiuta la fine totale dell’offensiva militare nella Striscia di Gaza che vuole Hamas.

MIGLIAIA DI SFOLLATI di Khan Younis ieri sono tornati a piedi e con i carretti. Molti hanno trovato le loro case ridotte in cumuli di detriti e pietre. Più di 300 abitazioni sono state centrate dalle cannonate e dalle bombe sganciate dagli aerei, 31 delle quali, sottolineano a Gaza, erano abitate quando sono state colpite.

«Speriamo che (le parti) agiscano per un cessate il fuoco, così potremmo vivere in sicurezza e protetti», ha detto a una agenzia di stampa uno sfollato, Walid Abu Nsaira, che teneva i pochi suoi averi sulla spalla. Con la fine dell’assalto di Khan Younis, Israele ha ordinato a migliaia di persone di lasciare le proprie case nel campo profughi di Bureij e ha lanciato pesanti attacchi in chiara preparazione di un nuovo raid. Una bomba sganciata da un aereo su Nuseirat ha ucciso dieci palestinesi mentre fuggivano proprio da Bureij, portando con sé i cadaveri di altre vittime. Altri quattro palestinesi sono stati colpiti a morte all’interno del campo. Morti e feriti si sono avuti anche a Abasan e nella zona centrale dell’enclave palestinese.

«Inserire un bastone nel retto di una persona, è legittimo?», ha domandato durante le discussioni alla Knesset il deputato arabo Amed Tibi (Ta’al) a proposito dell’assalto della destra di due giorni fa ai campi di detenzione militari di Sde Teiman e Beit Lid. «Sì! Se è un (combattente) Nukhba, tutto è legittimo, tutto si può fare!», ha replicato il deputato Hanoch Milwidsky del Likud, il partito guidato da Netanyahu.

MILWIDSKY che in questi mesi ha appoggiato le denunce di stupri e abusi sessuali subiti da donne israeliane rapite il 7 ottobre 2023, trova invece legittimo che un prigioniero di Gaza, presunto membro della Brigata Nukhba di Hamas, sia stato sodomizzato ripetutamente con un bastone da soldati israeliani mentre era detenuto nel centro di Sde Teiman. La decisione della polizia militare di arrestare nove riservisti ritenuti responsabili dell’abuso subito dal palestinese continua a spaccare il governo israeliano, 48 ore dopo l’assalto che decine di militanti della destra, guidati da alcuni parlamentari, hanno dato prima a Sde Teiman e poi a Beit Lid.

I ministri si sono scambiati accuse reciproche. Netanyahu ha condannato l’accaduto paragonandolo però ai blocchi stradali dei manifestanti antigovernativi. Il ministro della sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir e quello delle finanze Bezalel Smotrich continuano a solidarizzare con gli autori della protesta e descrivono come degli eroi i soldati sotto accusa. Ben Gvir peraltro è stato accusato dal ministro della difesa Yoav Gallant di aver ordinato alla polizia di non fermare i dimostranti.

Sde Teiman è sotto i riflettori da mesi. I gruppi per i diritti umani denunciano gravi abusi a danno dei detenuti. L’avvocato Khaled Mahajneh entrato nella base ha riferito durante una intervista televisiva di torture sistematiche non solo per ottenere una confessione o per estorcere informazioni ai prigionieri, ma anche per vendetta perché i palestinesi sono di Gaza. Mahajneh ha parlato torture e di abusi sessuali all’ordine del giorno non solo a Sde Teiman ma anche in altri campi di detenzione.

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