«Vota sì, vota no: fai la storia. Decide Madrid». Con questo slogan è iniziato il 13 febbraio un eccezionale esperimento di democrazia diretta che coinvolgerà, fino a domenica, 2.7 milioni di madrileni chiamati a esprimersi su una serie di proposte volte a cambiare la città. Fra queste vi è l’introduzione di un biglietto unico del trasporto pubblico, la trasformazione in chiave green di Plaza de España e di Gran Via attualmente congestionate dal traffico e l’introduzione di una serie di misure per rendere Madrid «al 100% sostenibile». Si potrà votare via internet, sulla piattaforma Decide Madrid, ma anche in sessanta seggi allestiti in vari punti della città. Possono partecipare tutte le persone con più di 16 anni residenti nella città.

 

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Il grande referendum cittadino è stato fortemente voluto dalla sindaca Manuela Carmena e dalla sua giunta, eletta nel maggio 2015 con una piattaforma formata da realtà della sinistra ecologista e da Podemos, al governo della città anche grazie all’appoggio dei Socialisti. Tutto è nato nel settembre 2015, quando il Comune lanciò online Decide Madrid, un sito dal quale tutti i cittadini empadronados, cioè registrati nell’anagrafe della città, possono lanciare idee e proposte per cambiare Madrid. Ogni proposta può essere poi votata dagli iscritti al portale. Secondo le regole stabilite, i progetti che ricevono l’1% dei voti degli aventi diritto (parliamo di circa 27mila preferenze), vengono sottoposti a votazione cittadina. In questa fase ancora sperimentale si è però registrata una scarsa partecipazione: un dato non nuovo ma che deve far riflettere in questi tempi di «tiro al politico». Soltanto 45.522 madrileni hanno partecipato alle votazioni online dal 2015 a oggi. I due progetti più votati hanno superato di poco le 27mila preferenze necessarie per passare alla fase finale, ma avevano alle spalle organizzazioni e associazioni abituate a mobilitarsi sul territorio, mentre decine di altre proposte hanno ricevuto poche migliaia di voti, restando così lettera morta.

Dei due progetti che saranno sottoposti al gradimento dei cittadini, il primo si chiama «Madrid 100% sostenibile» e prevede quattordici misure per rendere Madrid una città più ecologica, grazie all’uso di energie rinnovabili e allo sviluppo della mobilità alternativa, mentre il secondo propone di inserire un biglietto unico per il trasporto pubblico. Nella capitale spagnola infatti si deve timbrare ogni volta che si cambia bus, e anche nello spostamento dal bus alla metro o al treno. Un biglietto unico a tempo agevolerebbe l’uso dei mezzi pubblici.  

18europa biglietto

 

 

Oltre a questi due quesiti, i madrileni sono chiamati a votare anche su altre due proposte, presentate in questo caso dal Comune. Entrambe riguardano la trasformazione in chiave verde di zone centrali e molto trafficate della città: Plaza de España e Gran Via. Le proposte sono molto ambiziose e puntano a una vera e propria rivoluzione verde nel cuore della capitale.

Per Plaza de España, situata a pochi passi dal Palazzo Reale e dagli storici quartieri di Malasaña e Latina, l’Ayuntamiento de Madrid (il comune) ha proposto due scenari di riqualificazione, ed entrambi prevedono una radicale trasformazione a favore dei pedoni: le strade verrebbero interrate e la piazza si trasformerebbe in una enorme isola verde nel cuore della città, piena di alberi e piste ciclabili, interconnessa con altre aree verdi limitrofe fra cui il corridoio del fiume Manzanares. Per la trasformazione di Gran Via, la grande arteria commerciale di Madrid, realizzata all’inizio del Novecento, il comune ha intenzione di ridurre progressivamente il traffico automobilistico con l’allargamento ulteriore dei marciapiedi e la progressiva riduzione dello spazio per le auto.

L’obiettivo è trasformare a misura d’uomo una delle città più inquinate d’Europa.