Senatrice Loredana De Petris, avete incontrato la ministra Boschi. Fra voi è iniziata una trattativa?

Non c’è nessuna trattativa sulle riforme. Stiamo solo tentando una riduzione del danno. Dopo giornate di muro contro muro, dopo che la maggioranza ha usato tutti i trucchi possibili per superare lo scoglio del senato elettivo, è arrivato un segnale di disponibilità. Abbiamo avuto un incontro interlocutorio. Abbiamo posto le questioni che sono ancora sul tavolo.

Quali sono le questioni su cui potrebbe esserci un punto di incontro?

Quelle che poniamo dall’inizio. Il problema del parlamento dei nominati resta, come quello del riequilibrio dell’elezione degli organismi di garanzia, strettamente legato all’Italicum. Alla ministra abbiamo detto che è stato un errore grave non avviare la discussione sulla legge elettorale in contemporanea a queste riforme. Anche la questione dell’elezione del presidente della Repubblica non si risolverà con l’allargamento della platea dei grandi elettori agli eurodeputati, ma modificando il premio di maggioranza dell’Italicum, cancellano le torsioni ipermaggioritarie e l’esclusione del pluralismo nella rappresentanza. Abbiamo posto anche il tema delle firme del referendum, dell’immunità e alcune questioni sul Titolo V, in particolare l’accentramento della competenza delle scelte su strategie energetiche, grandi opere e i trasporti.

Cos’è cambiato rispetto all’inizio? Perché oggi il governo è disponibile a discutere e tre giorni fa no?

Immagino che non era possibile anche per loro sopportare una tensione di questo genere, affrontare una riforma costituzionale in questo clima. Quello che è accaduto ieri (giovedì, ndr) e anche oggi (ieri, ndr), fra conduzione dell’aula e modifica di regolamenti minuto per minuto, ha dell’incredibile. Abbiamo abbandonato l’aula perché dopo le ripetute violazioni del regolamento ci è stata di nuovo tolta la voce. Poi siamo rientrati quando il presidente Grasso ha di nuovo concesso alle opposizioni un po’ di tempo. Resta il fatto che sono state scritte pagine vergognose e senza precedenti.

Mi scusi, insisto: fra Sel e il governo è successo qualcosa, un fatto nuovo?

Il fatto nuovo che posso vedere è solo questo: che dopo il muro contro muro c’è stata una disponibilità a discutere nel merito alcune questioni.

Il governo e la maggioranza potrebbero essersi accorti di aver tirato troppo la corda in aula?

Guardi, io l’ho anche chiesto: mi spiegate cos’è cambiato rispetto a quando noi abbiamo presentato i nostri punti su cui dialogare? Avremmo cominciato prima e meglio a fare un lavoro serio, e ci saremmo risparmiati molte amarezze. Ma non mi hanno risposto.

L’avvertimento che Renzi ha mandato a Sel sulle alleanze alle amministrative c’entra qualcosa con questo nuovo clima più disteso?

Il nostro è stato un incontro istituzionale, c’erano anche i senatori ex M5S. Non si è parlato di altro.

E ora che succede? Vi incontrerete ancora?

I relatori lavoreranno durante il fine settimana per modificare alcuni punti della riforma. Vedremo. Noi al momento non abbiamo ritirato gli emendamenti. Anche se va detto che il presidente Grasso ha ’cangurato’ tutto il cangurabile, e oltre.

Ma anche le opposizioni si sono ’spacchettate’: i 5 stelle dicono che la ministra non li ha chiamati e che non vogliono dialogare.

Non saprei. Per la verità quando ero davanti alla ministra quando li ha chiamati. Stamattina (ieri, ndr) sono stati soprattutto i 5 stelle a voler rientrare in aula. Dopo il presidente Grasso ha chiamato anche noi per dirci che c’era la disponibilità a farci intervenire.

Se andrà a buon fine il dialogo di queste ore potreste cambiare atteggiamento sul voto finale alle riforme?

Sta scherzando? Il nostro giudizio resta comunque molto pesante. E la nostra battaglia continua ed è anche molto dura. Se non ci fosse stato il nostro ostruzionismo nessuno si sarebbe accorto di quello che stava succedendo al senato. E da ora in avanti dobbiamo lavorare a far crescere la mobilitazione per arrivare al referendum. La strada è lunga, è solo l’inizio.