«Giuseppe Lenoci non è morto di alternanza, non è morto di lavoro. Giuseppe è morto. In un terribile incidente d’auto. Strumentalizzare qualsiasi notizia per parlare di un tema vuol dire mancanza di argomenti. Non è fare ricordo, non è indignazione e non è neanche voler cambiare qualcosa. È una strana forma di populismo, piuttosto macabra, per di più». Queste non sono le parole di un qualche oscuro esponente dell’ala più reazionaria della Confindustria ma del segretario fermano dei Giovani Democratici, Mattia Santarelli, che evidentemente considera la morte in un incidente d’auto avvenuto durante un tirocinio scolastico del 16enne Giuseppe Lenoci come un tragico scherzo del destino e niente di più. Dopo questa tirata, bontà sua, il giovane del Pd ammette comunque che pure secondo lui l’alternanza scuola-lavoro andrebbe «come minimo ripensata».

Michele De Palma della Fiom (che, per domani, ha proclamato un’ora di sciopero nell’ultimo turno lavorativo) ha risposto: «Giuseppe è morto in un orario di scuola-lavoro o sbaglio? Di chi è la responsabilità? Cosa bisogna fare per impedire che accada di nuovo? Ecco, un giovane del Pd dovrebbe porsi domande di questo tipo». Domani gli studenti marchigiani manifesteranno a Fermo nell’ambito della giornata di lotta che investirà tutta l’Italia ma che, da queste parti, assume una connotazione del tutto particolare. Chiamata dai collettivi di base, nelle ultime ore stanno fioccando adesioni dai gruppi e realtà della sinistra regionale. m.d.v.