Ha aspettato l’ultimo giorno utile Ciriaco De Mita per fare le valigie e traslocare nel centrosinistra di Vincenzo De Luca, proprio come cinque anni fa ma all’inverso (dal Pd al centrodestra di Stefano Caldoro, portando il 9% dei voti).

Questa volta il peso elettorale sarà inferiore poiché l’area si è spaccata in due: da un lato Ncd; dall’altro l’Udc. I due partiti avrebbero dovuto fondersi in Area popolare con Angelino Alfano che avrebbe voluto accordarsi col Pd campano e la sannita Nunzia De Girolamo assolutamente contraria. Alla fine è prevalsa la tesi di rimanere con Caldoro così De Mita prima ha imposto liste separate, poi ha messo il veto sull’inserimento persino in Ncd dell’assessore uscente Pasquale Sommese, quindi (si dice) ha preteso l’inserimento nella futura giunta della figlia Antonia. Infine, in un crescendo rossiniano, ha sbattuto la porta ed è andato da De Luca.

Velenosa la replica di Sommese: «L’Udc è un contenitore vuoto». Nel pomeriggio De Mita e Lorenzo Cesa hanno diffuso un comunicato in cui accusano gli ex amici di essersi posti «in una condizione di scontro e di aggressione» e poi, alla fine, la verità: «Le decisioni non si spiegano dentro uno schema, ma in ragione delle condizioni di praticabilità». Il sindaco decaduto di Salerno ha accolto l’ex segretario della Dc a braccia aperte e pazienza se su Lira Tv aveva spiegato: «La Campania ha da quarant’anni un problema politico che si riassume in un nome e un cognome: Ciriaco De Mita». De Luca la verità la dice subito: «Per governare occorre vincere e per vincere occorre ampio consenso. Abbiamo allargato al massimo le liste che appoggiano la mia candidatura».

Salvatore Vozza, aspirante governatore di Sinistra a lavoro (Sel, Rifondazione comunista, Pdci, Sim, Partito del Lavoro, Green Italia, Act) ha accolto la mossa dell’Udc con entusiasmo: la speranza è che un pezzo di elettorato Pd si sposti verso la sinistra, spingendola molto oltre la soglia del 3%. «Mi chiedo – sottolineava ieri Vozza – cosa pensino gli elettori del Partito democratico di questa ritrovata sintonia con Ciriaco De Mita e ancora dell’avere, nelle liste a sostegno del proprio candidato, cosentininani, l’ex questore Malvano e alcuni personaggi con frequentazioni quanto meno ambigue». Capolista a Napoli Costanza Boccardi, candidata alle ultime elezioni europee con L’Altra Europa con Tsipras.

In lizza per la carica di governatore ci sono anche il giornalista Marco Esposito (Lista Mo!), Michele Giliberti per Forza Nuova e Valeria Ciarambino del Movimento 5 Stele, che può contare sulla spinta di Roberto Fico e Luigi Di Maio, che scriveva ieri su fb: «La fabbrica dei mostri Pd non smette mai di stupirmi: non bastava il condannato incompatibile con la carica di presidente (De Luca), adesso anche l’amnistiato di tangentopoli (De Mita)». Alle europee i grillini hanno raccolto in regione il 22,9%, l’obiettivo è rimanere intorno al 20%.

Il Pd è riuscito a escludere dalla lista i sindaci che si erano fatti decadere per ottenere la candidatura. Almeno un paio di caselle sono riconducibili all’eurodeputato Andrea Cozzolino, fondamentale per i voti su Napoli. Nelle civiche di appoggio hanno trovato posto i transfughi dell’altro schieramento, a cominciare da Carlo Aveta proveniente da La Destra, costringendo la segreteria regionale del Pd a prendere le distanze (Nella foto qui sotto, con due camerati sulla tomba di Mussolini a Predappio) . Protesta per l’arrivo dell’Udc il Psi, che schiera il consigliere uscente Corrado Gabriele. Benedice De Luca Marco Pannella e così Rosa Criscuolo (un passato nei Ds e poi vicina a Cosentino) del direttivo nazionale dei Radicali si presenta con Centro democratico. Nei Verdi spunta Eleonora Brigliadori.

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Caldoro, vittima per tre anni delle torture di De Mita, ha ironizzato: «De Luca da oggi ha un padrino che lo accompagnerà per tutta la campagna elettorale, con la mano sulla spalla e ogni tanto un ’buffetto’ sulla guancia». Si cerca di trasmettere ottimismo con l’ultimo sondaggio (secondo FdI, Caldoro sarebbe 2 punti sopra) ma i big nazionali di Fi, a cominciare dalla salernitana Mara Carfagna, per ora non si vedono. E infatti capolista a Napoli è Alessandra Mussolini, sbucata all’ultimo secondo.

In Forza Italia campana, epurati i verdiniani, dettano legge i Cesaro (in lista Armando, figlio del parlamentare Luigi) e i fratelli Martusciello, nel Sannio i Mastella. Terra di lavoro, con Cosentino fuori dai giochi, andrà in ordine sparso.