«Sono pronto a un confronto pubblico con il sindaco Luigi de Magistris»: Matteo Salvini ieri ha lanciato il guanto di sfida. Dal comizio di sabato alla Mostra d’Oltremare, un fortino circondato dalle forze dell’ordine mentre infuriavano gli scontri e le proteste, il leader del Carroccio continua ad attaccare de Magistris e i centri sociali: «Mi auguro pene esemplari per i teppisti arrestati e mi auguro che il sindaco risarcisca personalmente i napoletani. Spero che siano sgomberati tutti i centri sociali protagonisti degli incidenti», tuona.

A difesa di Salvini il ministro dell’Interno Marco Minniti, Matteo Renzi («quando un sindaco si schiera con chi sfascia la città per non far parlare qualcuno quella non è una cosa da Pd»), pezzi di centrosinistra come Giuliano Pisapia, il governatore campano Vincenzo De Luca. Ieri sera in tv, è intervenuto anche il ministro Maurizio Martina («il sindaco ha sbagliato di brutto»), candidato in ticket con Renzi alla segreteria dem.

L’ex pm ha ricostruito ieri la sequenza dei fatti: «Chi sa le cose, e mi rivolgo al ministro dell’Interno, interrompa la spirale che può portare a una rottura istituzionale. Anche in altre parti d’Italia ci sono stati scontri per Salvini. E’ lui che ha definito Napoli ’colera’ e ’zavorra del paese’, ’Vesuvio pensaci tu’; invocato politiche razziste, sostenuto che il Sud va eliminato e i soldi mandati al Nord. Questa vicenda ha messo in difficoltà l’amministrazione, la questura, la prefettura e il Viminale. Siamo in grado di documentarlo».

In sintesi, i responsabili di Noi con Salvini avevano firmato il contratto con la Mostra d’Oltremare senza avvisare che ci sarebbe stato il leader. Quando l’ente (al 66% del comune), di fronte alle proteste dei comitati per l’utilizzo di un sito riconducibile alla città, ha chiesto di rescindere il contratto sono intervenuti prima la prefettura e poi Minniti. «Siamo stati in contatto con il Viminale fino a venerdì notte. Era stato individuato un altro luogo a 50 metri dalla Mostra ma il Viminale ha preferito assecondare il capriccio di Salvini: abbiamo dovuto subire che il ministro ordinasse al prefetto di requisire la Mostra». Si tratta del Palapartenope, una struttura privata già utilizzata nel 2015 da Noi con Salvini, anche se allora il leader leghista non si presentò.

Agli attacchi, de Magistris replica: «Prendo atto che Renzi e De Luca dicono ’viva Salvini’. Dai miei amici come Giuliano Pisapia voglio sapere dove hanno letto che avrei negato a Salvini di fare la manifestazione. Perché scaricare tutto sul sindaco e sui manifestanti? Dà fastidio un sindaco che preferisce i movimenti, i comitati, rispetto ai partiti tradizionali. Ho avuto la capacità di mettere insieme tutti su Salvini, tranne Michele Emiliano e qualche voce dissonante, come Erri De Luca».

Solidarietà alla città e a Luigi de Magistris da Maurizio Acerbo e Giovanni Russo Spena di Rifondazione comunista: «La doppia morale del Pd: a Bologna nel 2016 è stato negato dal prefetto il permesso a Salvini di tenere un comizio in piazza Verdi».

Vista da Palazzo San Giacomo, Napoli è parte lesa: «Salvini è un pericolo per la democrazia, fa apologia del razzismo e politicamente va contrastato, in modo fermo ma pacifico. Quanto agli scontri, nessuno li può prevedere. Salvini chiama gli attivisti ’zecche’, non solo sto con i centri sociali ma li ringrazio per quello che fanno, attività di riqualificazione sociale e politica».

I due manifestanti arrestati, Luigi Tarantino e Carmine Esposito, sono stati scarcerati ieri con obbligo di firma: a maggio si terrà il processo, intanto è caduta l’accusa di lancio di materiale esplodente visto che non sono state trovate prove dell’utilizzo di molotov.