Il sindaco di Napoli è riuscito a saldare l’intero arco politico: tutti gli chiedono di dimettersi. Ieri mattina a Napoli c’era il Movimento 5 stelle per festeggiare i dieci anni di attività. Nel 2010 la prima esperienza con la lista per le regionali in Campania (1,2% il risultato), oggi si aspettano almeno il 20% alle prossime regionali di primavera. Il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio, è convinto che debba lasciare per «manifesta incapacità di governare Napoli. Resta il fatto che è una condanna per motivi piuttosto gravi, per la quale solo pochi anni fa lui stesso avrebbe chiesto le dimissioni del condannato. Credo che da questo de Magistris debba trarre le opportune conseguenze». E ancora Roberto Fico insiste: «Abbiamo deciso di non appoggiare l’esperienza perché non c’era dietro un’elaborazione teorica abbastanza solida. Deve lasciare innanzitutto perché la città è allo sbando».

Sull’altro fronte, il Pd ieri ha aperto la tre giorni della Fonderia, la Leopolda napoletana. Da lì dovrebbe uscire il contendente di Vincenzo De Luca alle primari per le regionali, ma sono anche le prove generali del prossimo panorama amministrativo senza de Magistris. «La penso esattamente come il presidente del Senato, Piero Grasso. Ho infatti presentato un’interrogazione per l’applicazione della legge Severino, chiedendo le immediate dimissioni del sindaco di Napoli» spiega Angelica Saggese, senatrice del Partito democratico, candidata alle primarie.
I renziani partenopei non hanno dubbi: andare al voto per comune e regione in primavera e far gestire al nuovo sindaco la fase di passaggio verso la città metropolitana. Dura Rosaria Capacchione, senatrice democrat ed ex cronista de Il Mattino: «Non so se ridere o piangere. Il sindaco ha detto che vuole resistere fino alla fine. Resistere a cosa? La legge è chiara e vale per tutti». Ma la dichiarazione che ha fatto più male a de Magistris è quella dell’amico ed ex collega Raffaele Cantone, molto vicino ai Pd: «Mi dispiace per Luigi. Gli auguro di poter dimostrare tutta la sua innocenza, ma mi dispiace per la sua reazione. Pensavamo di esserci buttati alle spalle questa logica dell’attacco ai complotti giudaico-massonici, soprattutto quando vengono dalla magistratura. Le sentenze non condivisibili vanno appellate, ma vanno rispettate».

A destra non vedevano l’ora che l’ex pm venisse condannato. «Il penoso epilogo della parabola di Luigi de Magistris è la dimostrazione di come il giustizialismo sia nemico della legalità e di come la fine inevitabile dei giustizialisti sia quella di rifiutare la giustizia e negare la legge» esulta Gaetano Quagliariello, coordinatore nazionale del Nuovo centrodestra. Francesco Nitto Palma, presidente forzista della Commissione Giustizia di Palazzo Madama, si aspetta che «l’Anm manifesti la sua indignazione e che il Csm apra una pratica a tutela dei magistrati così pesantemente delegittimati».

Nel mezzo c’è la città: ieri era prevista l’approvazione del bilancio preventivo 2014, il primo dopo l’adesione alla legge di rientro. La discussione è ricominciata alle 18, salvo miracoli, slitterà ancora a lunedì. La maggioranza si regge su due voti di scarto, pezzi dell’ex movimento arancione sono finiti nelle liste pd per l’elezione di secondo livello al consiglio metropolitano. Al di là delle decisioni del prefetto e dei ricorsi al Tar, il Pd potrebbe cercare di convincere i consiglieri a mollare il sindaco. E se anche si superasse l’ostacolo, resta il rischio di dover affrontare il regime di sospensione: una fase molto complicata, senza un accordo politico forte mentre l’opposizione di centrodestra e centrosinistra ha comunque le candidature alle regionali da offrire.