Il confronto prima del ballottaggio tra il sindaco uscente Luigi de Magistris e lo sfidante di centrodestra Gianni Lettieri non ci sarà, Napoli sarà l’unica città in cui il dibattito non si è fatto. L’ultima offerta in ordine di tempo, quella di Sky, è stata rifiutata dall’ex pm. Così agli atti resta solo la tribuna elettorale organizzata dalla Tgr il 24 maggio con i dieci aspiranti sindaci in fila: in sette ad assistere alle invettive urlate da Marcello Taglialatela di Fratelli d’Italia e Lettieri contro de Magistris. Da allora nessun confronto se non sfalsato: uno entrava e l’altro usciva. Anche ieri stessa scena all’Ordine degli Architetti. Il più infastidito è lo sfidante, che ha un gap di venti punti da recuperare. «De Magistris ha paura di perdere il ballottaggio e fugge dal confronto pubblico» ripete lo Lettieri da giorni. Dal patron di Atitech «solo attacchi personali, ha vinto il campionato dell’odio e del rancore» la replica.

Lo scontro a distanza è proseguito anche per la manifestazione di chiusura della campagna elettorale. Entrambi hanno scelto un concerto finale ieri sera: Lettieri a piazza del Carmine, de Magistris a piazza Dante. La scena partenopea è divisa: con l’ex pm, tra gli altri, Eugenio Bennato, Clementino, James Senese, Jovine più i comici Francesco Paolantoni e Alan De Luca, l’ex pugile Patrizio Oliva e lo scrittore Maurizio De Giovanni; sul palco di centrodestra Gigi Finizio, Rosario Miraggio, i comici I Ditelo Voi e il tronista di Uomini e Donne Amedeo. La line up di piazza del Carmine fa il pieno tra i ragazzini, che accorrono rapiti dalle note di Miraggio e dal tronista. Peccato però che Lettieri non cerchi il loro consenso ma quello dell’elettorato Pd, riuscendo comunque a imbarcarne una fetta.
L’altro chiede un largo voto d’opinione: dalle segreterie dem e dal direttivo 5Stelle nessuna mano tesa. Del resto sa di poter attrarre il voto degli elettori Pd che non hanno digerito l’alleanza con Ala di Denis Verdini e Vincenzo D’Anna. «Napoli sarà sempre più autonoma e autorevole – l’appello finale del sindaco arancione -, si siederà a ogni tavolo con le maggiori città europee, da Barcellona ad Atene. Se le cose vanno come devono andare, sarò l’unico sindaco non iscritto a partiti o movimenti che può avere un risultato clamoroso in una città tra le più difficili del mondo, avendo governato senza leggi speciali, con tentativi di soffocarci, avendo contro il Movimento 5 Stelle, il Pd e i governi da Berlusconi a Renzi». De Magistris giura che farà l’intero secondo mandato ma dal 20 giugno in agenda c’è la costituzione del suo movimento su scala nazionale, la Podemos napoletana. Come primo atto della nuova giunta promette l’abbattimento delle Vele di Scampia, con il premier ammorbidisce i toni rispetto all’invettiva della vigilia del primo turno: «Si potrà collaborare nell’autonomia, non mi interessa affatto dare spallate a Renzi». Sul No al referendum di ottobre: «Il nostro non è uno schierarsi contro, ma per l’attuazione e la difesa della Costituzione».