La tornata amministrativa dello scorso settembre ha battezzato come vincente in Campania «il metodo Pomigliano», ossia l’alleanza Pd-5S. Ed è su questa base che sta andando avanti il dialogo tra le due formazioni per le elezioni della prossima primavera, che avrà in palio anche il comune di Napoli. Ieri, per cercare di sparigliare le carte, l’attuale sindaco Luigi de Magistris (già al secondo mandato) ha lanciato la candidatura dell’assessora ai Giovani Alessandra Clemente: «La persona in questo momento più utile per aprire un ragionamento con la città, con la nostra maggioranza, con coloro che hanno fatto il viaggio insieme a noi, con tutti. Non potendo essere in campo, farò l’allenatore». Clemente è la figlia di Silvia Ruotolo, vittima innocente della camorra, e nipote del giornalista (ora senatore al Misto) Sandro Ruotolo.

La diretta interessata ha commentato: «Totale disponibilità a capire, ascoltare e agire con una visione chiara e sempre in evoluzione». Ma il sindaco allenatore in campo ha mandato un avvertimento: «Non è una fuga in avanti ma un contributo. Se c’è la volontà di dialogare veramente possiamo andare con altri partiti e reti, ma comunque siamo pronti qualora altri non vogliano stare al dialogo. Ci prepariamo anche a un campionato in cui partecipare per vincere. Siamo in grado di mettere in campo molte liste civiche per costruire una candidatura che vada in una direzione diversa rispetto ai grandi partiti».

La prima bocciatura è arrivata proprio dallo zio senatore: «Annunciare la candidatura di Alessandra significa partire con il piede sbagliato – ha commentato Ruotolo -. Se si vuole pensare al futuro della città si deve mettere in campo tutta la sinistra, parlare con i 5 stelle e Pd. Se dai il nome senza sederti al tavolo hai sbagliato tutto. Bisogna che società civile e forze politiche che sostengono l’attuale maggioranza di governo discutano il programma insieme. La scelta di de Magistris mi pare sbagliata».

Dal Pd è arrivata la secondo bordata:«Non mi interessa commentare i motivi o i metodi della scelta – la nota del segretario provinciale, Marco Sarracino -. Napoli è una città in cui fai fatica a vivere. E non è una fatica uguale per tutti, ma è tanto più dura quanto più ti emarginano le tue condizioni sociali ed economiche. Siamo pronti a mettere in campo un percorso del tutto alternativo con le migliori energie della città, con una coalizione larga, di pari dignità fra tutte le parti». Sarracino si scrolla di dosso le responsabilità della precedente giunta targata Pd (che ha lasciato i conti ugualmente terremotati) disegnando un percorso differente a partire dal dialogo con i pentastellati, invitati agli stati generali sulla città, tra novembre e dicembre. Del gruppo di lavoro fa parte Nino Daniele, esponente del Pci, Pds e Ds poi nominato assessore alla Cultura da de Magistris, prima di essere sostituito con Eleonora de Majo. I dem tirano dritto consapevoli che il centrodestra, allo sbando, non ha una forza tale in città da poter impensierire il centrosinistra e sul sindaco c’è chi commenta: «Ha chiesto un incontro al segretario Nicola Zingaretti e non l’ha ottenuto».

Resta però il tema di coinvolgere quella parte di ceto produttivo che negli anni ha abbandonato il Pd. Così Sarracino si è affacciato sabato scorso all’assemblea telematica di «Ri-Costituente per Napoli». Non è stato l’unico politico: hanno partecipato anche Gennaro Migliore per Iv, la 5S Gilda Sportiello e l’amministratore di Eav (molto vicino al governatore De Luca) Umberto De Gregorio, l’assessore arancione ed esponente di Dema Carmine Piscopo. «Non abbiamo intenzione di sfociare in una lista civica né vogliamo essere ascoltati – la precisazione di Andrea Morniroli, tra i promotori dell’appello che ha raccolto 170 firme -. Del resto, come ha ricordato Marco Rossi Doria, abbiamo sempre avuto interlocuzioni con le amministrazioni ma in sei legislatura di centrosinistra le diseguaglianze non sono mai state ridotte».

Tre i nodi proposti: «Il dibattito sul futuro di Napoli non può avvenire esclusivamente tra i partiti. Co-progettiamo tavoli per costruire in modo paritario contenuti, metodo e squadra. Fare nomi adesso non è interessante. Per una città complessa come Napoli non serve una persona sola al comando, ci vogliono competenze multiple».

In serata è arrivata anche la dichiarazione di Valeria Ciarambino, consigliera regionale 5S: «La persona che immaginiamo debba guidare la città non può non avere un profilo di discontinuità da chi ha guidato l’attuale amministrazione e deve poterlo dimostrare con una storia personale che parli di risultati e impegno civico».