«Matteo Salvini sta violando apertamente la Costituzione, sulla quale ha giurato, il traditore è lui e dovrebbe dimettersi. Le sue sono politiche disumane»: è la replica del sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, al ministro dell’Interno che ha invitato gli amministratori in disaccordo con il dl Sicurezza a deporre la fascia tricolore. Il comune partenopeo è schierato da tempo per l’accoglienza, reiterati anche ieri gli inviti alle Ong a fare rotta su Napoli. Dalla Sea Watch è arrivato il messaggio via twitter: «Grazie a Orlando, de Magistris e Nogarin e a tanti altri che difendono i diritti umani insieme a noi». E de Magistris: «I governanti lucrano politicamente facendo credere alle persone che l’infelicità dell’Occidente è dovuta alla gente che sta morendo in mezzo al mare. Noi sindaci non passeremo alla storia come chi lascia morire bambini nel Mediterraneo».

Sindaco, Orlando ha firmato una direttiva per non bloccare la concessione della residenza ai migranti con permesso umanitario a Palermo. Perché lo stop previsto nel dl Sicurezza è grave?

Senza la residenza non puoi accedere ai servizi comunali, è come se perdessi ogni diritto, diventi un cittadino di serie B. E siccome la cancellazione è legata a una categoria precisa di persone, discriminate in base al colore della pelle, si tratta evidentemente di un provvedimento razzista, particolarmente odioso. Dire, come fa Salvini, che gli immigrati devono bussare alla porta e dire grazie significa usare un linguaggio indegno di un ministro.

L’Anci a novembre aveva avvisato che il dl Sicurezza avrebbe provocato, nel solo 2019, costi aggiuntivi per i servizi sociali e sanitari dei comuni per 280 milioni di euro.

Il tema migranti viene scaricato sui sindaci, anche quando non hanno soldi. Nella legge di bilancio varata il 31 dicembre si dà la facoltà ai comuni di aumentate le tasse, ma in molti municipi sono già al massimo. Così il governo lucra politicamente sulla propaganda fatta sulla pelle dei migranti e i sindaci vengono lasciati da soli a gestire l’astio sociale, aizzato dall’esecutivo stesso ed esasperato dall’aumento delle imposte locali. Il dl Sicurezza, poi, crea una bomba sociale con il ridimensionamento degli Sprar a favore dei Cas, grandi contenitori di esseri umani senza servizi o strumenti di inclusione. Così si andrà a ingrossare la marginalità, spingendo le persone verso l’illegalità. Ed ecco creata l’emergenza sociale che serve alla propaganda leghista.

Salvini minaccia provvedimenti contro i sindaci ribelli: «Ne risponderanno legalmente», ha detto.

Non faccio parte di un partito che ha sottratto decine di milioni agli italiani, non vado ad abbracciare criminali durante le partite di calcio. Mi hanno spesso etichettato come «disubbidiente» o «Masaniello», ma la realtà è che la mia amministrazione è assolutamente fedele alla Costituzione, da cui ogni altra legge discende. Ad esempio, ci siamo battuti nel 2013 contro il procedimento aperto per danno erariale perché avevamo assunto 350 maestre, poi la Corte dei Conti ci ha dovuto dare ragione: il diritto all’istruzione viene prima delle regole di bilancio imposte ai comuni in predissesto. E ancora nel 2015 abbiamo registrato nella nostra anagrafe Ruben, figlio di due donne nato a Barcellona. Anche allora mi hanno denunciato, per falso e abuso d’ufficio, e poi abbiamo avuto ragione. Le leggi ordinarie le applichiamo solo se conformi al dettato costituzionale, così mi hanno insegnato alla Federico II, l’università laica più antica d’Europa.

Quindi si può resistere contro norme che violano i diritti?

I sindaci applicano le leggi in modo costituzionalmente orientato. Poi ci sono strumenti per resistere come i ricorsi amministrativi, la Corte Costituzionale, i referendum. Mi auguro che da alcune componenti più sensibili di questo governo si senta battere un colpo altrimenti significa che Salvini è diventato il padrone. Ma dovrebbero dire qualcosa anche pezzi dei 5S che non si riconoscono nella deriva leghista del Movimento. Mi auguro che la sindaca di Torino si schieri, che Roberto Fico intervenga, lui che è così diverso da Di Maio, assolutamente allineato con Salvini. Si tratta di un dibattito importante per la qualità della nostra democrazia e infatti partecipano anche giuristi, una parte della Chiesa. Sarebbe importante sentire anche la voce dei filosofi. È vero che l’Ue per anni si è girata dall’altra parte, lasciando l’Italia, la Sicilia e il Mediterraneo a se stessi per seguire unicamente logiche economiche orientate al liberismo. Ma questo governo italiano, al di là delle frasi roboanti sul cambiamento, è assolutamente in linea con l’Ue e i governi precedenti e infatti cambiamenti non ne vediamo.