Nel foyer dell’ex Salone Margherita, all’interno della Galleria Umberto I, da ieri mattina si è insediato l’Agorà Dema cioè il comitato elettorale di Luigi de Magistris, il sindaco di Napoli in corsa per la rielezione. A organizzare le iniziative c’è il fratello Claudio, cui è affidata l’associazione Dema (acronimo di democrazia e autonomia ma anche in tutta evidenza le iniziali del cognome del sindaco): un mix di attività culturali e politiche scandiranno i due mesi che mancano alle elezioni, mentre si vanno definendo le liste di appoggio, per ora la quota è fissata intorno a 13.
Ieri pomeriggio era prevista la presenta del magistrato Alfonso Sabella: ex assessore della giunta capitolina guidata da Ignazio Marino, corteggiato dal candidato Pd Roberto Giachetti, avrebbe dovuto presentare il suo libro Capitale infetta ma l’evento è saltato. All’annuncio della sua presenza, centri sociali e movimenti avevano firmato un documento molto duro ricordando al sindaco che Sabella nel 2001 era responsabile del Dap nella caserma di Bolzaneto, dove i manifestanti subirono torture fisiche e psicologiche.
Da mesi de Magistris ripete che non è ancora tempo di campagna elettorale ma ieri non si è sottratto: «Valeria Valente (la candidata Pd alle comunali, ndr) è il prezzo della corruzione politica che abbiamo visto nelle primarie. Mi chiedo perché non si ha il coraggio di dire che quelle primarie sono state una schifezza. Renzi continua a dire che è tutto a posto e che le primarie a Napoli sono state un alto momento della democrazia partitica del Pd». Nel pomeriggio è arrivata la replica di Valente: «Continua ad attaccare gli avversari per nascondere i suoi fallimenti. Un sindaco che si ripresenta dopo cinque anni dovrebbe, innanzitutto, presentare ai cittadini i risultati raggiunti».

Lapidario de Magistris sul candidato di centrodestra, Gianni Lettieri: «È sostenuto da Berlusconi, Salvini e De Siano e ogni giorno continua a calpestare la città con i suoi manifesti». In realtà Salvini si è sfilato anche a Napoli e il coordinatore regionali di Fi, Mimmo De Siano, ha smesso di farsi vedere da quando è stato indagato per l’affare rifiuti a Ischia e nell’hinterland partenopeo, così Lettieri va avanti a furia di manifesti, liste civiche e partiti come Rivoluzione cristiana e Pensionati d’Europa.
Più cauto de Magistris con i 5 Stelle: «Si poteva avere il coraggio di correre insieme invece hanno deciso di candidare il brianzolo Matteo Brambilla, eppure Napoli è l’unica roccaforte contro le politiche renziane, è l’unica città in cui non si privatizza, che ha fatto l’acqua pubblica, dove il comune sostiene le lotte dal basso. Noi però non espelliamo quando c’è dissenso». Quanto ai candidati da selezionare per le liste, de Magistris spiega: «La scelta finale la farò io perché su questo saremo giudicati. Non ci accontenteremo del casellario giudiziario. Faremo delle vere e proprie analisi del sangue, un serrato controllo sociale».
Con il sindaco ci sarà la sinistra ma anche pezzi di centro e di destra, come Gabriele Mundo, presente ieri all’Agorà: proveniente dai socialdemocratici, passato al Pdl, è stato eletto nel 2011 nella lista a sostegno di Gianni Lettieri da cui poi si è staccato per formare Iniziativa Riformista, a giugno potrebbe essere rieletto in una delle liste arancioni.
All’esterno un gruppo protestava: erano i familiari di Salvatore Giordano, il ragazzo di 14 anni morto nel 2014 per le ferite causate dal crollo di calcinacci dalla Galleria. Esponevano cartelli con la scritta «de Magistris vergogna, zero rispetto per il nostro dolore». A loro il sindaco ha replicato: «Non è vero che l’amministrazione non è stata loro vicina. È doveroso fare un passo indietro di fronte al dolore, ma bisogna anche sottolineare che non vi è alcuna responsabilità dell’amministrazione».