Confermati gli undici assessori comunali uscenti: il rieletto sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, per adesso mantiene inalterata la squadra di governo in modo da rimettere in moto subito la macchina amministrativa. Intanto, però, vanno avanti i colloqui con le liste che entreranno in consiglio comunale e con le realtà che hanno sostenuto la campagna elettorale arancione. Tra ferragosto e il 21 settembre qualche assessore andrà via per permettere l’ingresso di nuovi innesti.

Chiedono spazio i Verdi (che in regione sono in maggioranza con il Pd) e La Città, la civica che fa capo all’ex presidente del consiglio comunale Raimondo Pasquino. Potrebbe esserci posto anche per chi è stato eletto nelle due liste arancioni (De Magistris sindaco e Dema). «Le priorità – ha spiegato ieri l’ex pm – sono l’insediamento del consiglio, l’approvazione del bilancio e le consultazioni per valutare se sarà questa la giunta che proseguirà».

Ieri sono partire le lettere indirizzate al presidente del consiglio Matteo Renzi e al governatore Vincenzo De Luca: «Chiedo un incontro urgente per parlare delle questioni della città di Napoli e della città metropolitana – ha spiegato de Magistris – come l’abbattimento delle Vele di Scampia, Bagnoli, i trasporti». Riannodare i fili istituzionali da un lato, proseguire il lavoro sui territori dall’altro. Il 6 luglio ci sarà un nuovo appuntamento con Massa Critica (piazza San Domenico ore 18) a cui parteciperà anche il sindaco: si discuterà dello sviluppo delle assemblee popolari come luoghi autonomi di gestione dei territori dal basso.

Se l’amministrazione cittadina si rimette in marcia, il Pd di Napoli è alle prese con le conseguenze del voto. Fuori dal ballottaggio con la candidata dei giovani turchi, Valeria Valente, appena l’11% raggiunto dal partito, dal 6 giugno si attende da Roma la nomina del commissario dotato di lanciafiamme, come ha annunciato Renzi. La decisione dovrebbe arrivare lunedì prossimo nella direzione nazionale, saltata la scorsa settimana causa Brexit.

Ieri pomeriggio Peppe Russo, Andrea America e Nicola Foglia (vicini ad Antonio Bassolino) hanno chiamato a raccolta militanti e simpatizzanti nelle sede provinciale del Pd. Ha convocato una riunione anche Valente per domani pomeriggio al circolo Artistico politecnico. Sarà l’occasione per contare su quanti potrà fare affidamento: per adesso ha deciso di rimare in consiglio comunale ma la posta in palio è il partito a Napoli. Nel Pd l’iniziativa di Valente è stata presa male da più parti, a cominciare da Area Dem. Area Riformista, con il consigliere regionale Gianluca Daniele, lo dice in modo esplicito: «La notizia rivela l’intenzione di Valente non di chiedere scusa ai nostri elettori, ma di giocare un ruolo da leader autoproclamato nella fase di ricostruzione del Pd. Che a proporsi possa essere chi è stato causa, in tutto o in parte, del naufragio del Pd a Napoli, flirtando anche con Verdini, mi sembra insensato e anche un po’ ridicolo. L’unica cosa che conta è dare una sterzata alla linea politica del partito seguendo i nostri elettori, che sono rimasti a sinistra».
Mentre a Roma e Torino ci si organizza per il congresso, a Napoli lo chiedono in tanti ma per adesso sul tavolo c’è solo il commissariamento, che potrebbe riguardare solo la città lasciando in carica il segretario provinciale.

In attesa delle decisioni di Renzi, Antonio Bassolino si organizza: lunedì incontrerà i suoi sostenitori al cinema Filangieri, in contemporanea con la direzione del partito a Roma, «a un mese dal primo turno delle elezioni napoletane e dopo intere settimane di assordante silenzio del Pd».