Se c’è una città dove il Movimento 5 Stelle non ha fatto segnare un buon risultato questa è Napoli. È la stessa città dove in testa con oltre il 40% c’è un candidato sindaco alla sinistra del Pd. L’analisi dei voti assoluti conferma che non si tratta di una coincidenza casuale.

Unica tra le sette città capoluogo di regione che sono andate alle urne domenica, Napoli offre la possibilità di paragonare questo risultato con quello vicinissimo dell’anno scorso di altre elezioni amministrative: le regionali che hanno visto la vittoria del Pd Enzo De Luca. L’affluenza alle urne rispetto ad allora è cresciuta. A Napoli città, nonostante il forte disinteresse (ha votato poco più del 54% degli aventi diritto), sono andati a votare 106.672 elettori in più rispetto a quando vinse De Luca. Il Movimento 5 Stelle sembra non averne intercettato nemmeno uno.

Il risultato del candidato grillino al comune è scarso: ha conquistato il 9,63% e cioè 38.733 voti assoluti. Praticamente la metà di quelli del candidato alle regionali 2015, una candidata: Valeria Ciarambino. Domenica scorsa il Movimento 5 Stelle presentava un candidato, Matteo Brambilla, sul quale si è ironizzato per il cognome poco attraente per i napoletani (e per il nome poco gradito ai grillini). Probabilmente esagerando, perché gli elettori del Movimento badano meno degli altri alla persona del «portavoce» e più al programma, al «garante» nazionale Beppe Grillo e al limite ai leader riconosciuti che in città sono ben due (non troppo affiatati), Di Maio e Fico.

Il confronto con i precedenti è penalizzante per il Movimento anche rispetto alle Europee del 2014 (allora i voti erano stati 84.628, con un’affluenza simile a quella delle regionali) e soprattutto con le politiche (110.570 voti per i grillini, ma con una percentuale di affluenza superiore a quella di domenica scorsa). Certo, i 5 Stelle napoletani pagano la scissione nel movimento che è seguita all’espulsione da parte di Grillo di 36 attivisti in un colpo solo. Ma i dissidenti con le loro «6 stelle» non erano in corsa. E per trovare un risultato peggiore di quello fatto segnare da Brambilla bisogna tornare al 2011, alle precedenti elezioni comunali – se non l’alba era appena il mattino del Movimento. Allora Roberto Fico candidato sindaco mise insieme appena 6.441 voti, anche meno di quelli raccolti dalla sua lista.

Dove sono andati i voti che mancano al candidato grillino di queste comunali? Una risposta si può trovare guardando alle liste del sindaco uscente. De Magistris con 172.181 voti ha aumentato i consensi rispetto a quelli che aveva raccolto nel 2011 al primo turno. Particolare interessante, mentre allora come candidato sindaco aveva raccolto quasi il doppio dei voti delle sue liste, questa volta – che le liste da 4 sono diventate 12 – ha preso appena 22mila voti personali, aggiuntivi rispetto a quelli dei tantissimi candidati che lo hanno appoggiato. Il sindaco «autonomista» e anti renziano ha evidentemente conquistato una parte degli elettori grillini. E domenica per vincere al primo turno gli sono mancati poco più di 40mila voti. Brambilla, lo ripetiamo, ne ha presi 38mila.