La vittoria di Vincenzo De Luca alle regionali in Campania non è mai stata in discussione. I sondaggi coperti di domenica sera lo davano 15 punti sopra il competitor di centrodestra, Stefano Caldoro. Un minuto dopo la chiusura delle urne, ieri pomeriggio, gli exit pool di tutti gli istituti di ricerca indicano un risultato netto sopra il 50%, con punte del 58. Con l’inizio dello scrutinio dei voti la vittoria è diventata ancora più larga. La prima proiezione Swg (con una copertura del 4%) dava il governatore uscente al 66,8%, Caldoro al 19,2%, la sfidante 5S Valeria Ciarambino al 10,6%. Mentre il Consorzio Opinio Italia (con una copertura del 9% dei seggi) dava De Luca al 60,2%, Caldoro al 20,3%, Ciarambino al 14,5%.

L’AFFLUENZA per le regionali è stata del 55,53%; nel 2015 era stata il 51,93%. Alle 21, con 454 sezioni scrutinate su 5.827, De Luca era al 67,29% con il Pd al 17,68%, la civica De Luca presidente al 13,86%, Iv al 5,73%. I 5S al 13,20% (nel 2015 erano al 17%) con Ciarambino al 12,90%. Nel centrodestra, Caldoro al 16,32% con FdI al 5,21%, Lega al 5,04% e Fi al 4,83%. A sinistra, Potere al popolo all’1,77 e Terra a 1,47%. Nonostante il risultato atteso, De Luca ha tenuto fede al suo rito scaramantico e ha preferito aspettare l’apertura delle urne a Salerno.

AL COMITATO ELETTORALE si è affacciato per primo il deputato napoletano di Iv, Gennaro Migliore: «Siamo molto contenti, Italia Viva può avere un risultato importante ma in questo momento siamo concentrati sulla vittoria di De Luca». Migliore ha un messaggio per il Pd: «In Campania non c’è stato nessun bisogno di accordi del tutto innaturali con i 5 Stelle nella regione dove, fino a un anno fa, avevano il 35%. Si pone il tema di un progetto riformista per governare il paese». Se la conferma del presidente uscente era data per scontata, i dem sono rimasti coperti in attesa dei voti di lista, perché le urne ieri sono servite a ridisegnare i rapporti di forza negli schieramenti in vista delle comunali del 2021, a cominciare da Napoli.

I SONDAGGI OPINIO E SWG davano indicazioni differenti. Il primo dava, su un campione del 10%, il Pd prima lista con il 17.,4%, vincente quindi nel derby casalingo con la civica De Luca presidente (13,6%), terzo M5s con il 12,5. IV al 6,8. In casa centrodestra la Lega prima al 7,9%, FdI al 5,9, FI al 4,4.

Swg invece dava De Luca addirittura al 67%, Stefano Caldoro solo al 19,2% e Ciarambino al 9,9. Differente il risultato per le liste: Pd e De Luca presidente appaiate al 16,5%. Mentre nell’altro schieramento FdI primo partito con il 6,7%, Fi il 6,3% e la Lega ultima al 5,8%.

DE LUCA ARRIVA al comitato elettore alla Stazione marittima poco dopo le 20, la stessa location della tornata vittoriosa del 2015. «Grazie alle centinaia di candidati e candidate», l’attacco del discorso. Non è una cifra a caso ma il reale numero, altissimo, di nomi che hanno affollato ben 15 liste (e potevano essere due di più). Ringraziamento a parte anche per i votanti di Napoli, la città mai conquistata dove De Luca spera questa volta di fare il pieno di voti in vista delle comunali.

IL RISULTATO di ieri è frutto della campagna acquisti in tutti gli schieramenti e il governatore lo dice chiaramente: «È un dato che non può essere letto in termini di destra e sinistra. Sono stato sostenuto dalla coalizione progressista, dalle forze moderate e dalla destra non ideologica, si sono tutti riconosciuti nel mio programma».

Lavoro, rifiuti, depurazione acque, trasporti e sanità efficienti le promesse per il futuro. Il successo frutto della gestione della comunicazione durante la crisi Covid (risalendo da meno 10 punti rispetto a Caldoro) ma, De Luca sostiene, anche grazie al miliardo messo in campo con il programma socio economico, cioè i bonus più le misure di sostegno per i campani e le imprese per limitare i danni della pandemia. Infine un avviso al governo: «Decidiamo rapidamente l’uso dei fondi europei, non cincischiamo. Stiamo individuando i progetti esecutivi».

IN SALA IL SEGRETARIO DEL PD di Napoli, Marco Sarracino, pronto a replicare a De Luca e a Migliore. Al primo fa sapere: «La vittoria è anche il risultato del lavoro del centrosinistra e del Pd. Se poi saremo la prima forza politica a Napoli allora sarà un risultato mai ottenuto in città. Il piano socio economico è stato frutto del lavoro del governatore e del partito». E a Iv: «Vediamo come andrà nei tre comuni dove abbiamo fatto l’alleanza con i 5S, sarà un segnale per le comunali 2021».

La Lega non sfonda. Così Armando Cesaro, ex capogruppo di Fi in regione costretto da Salvini a non ricandidarsi per i problemi giudiziari di padre e zii a Sant’Antimo, si prende la rivincita sui social: «Vedo molti in ansia. È successo qualcosa? Valutazioni sbagliate? Ahi ahi ahi».