Il tiro a Raitre, sport un tempo prediletto dai forzisti, ha preso ultimamente piede in casa Pd. Prima Ballarò (criticato da Matteo Renzi in persona), poi Presadiretta, il programma di Riccardo Iacona ritenuto reo di aver nascosto ai telespettatori le meraviglie del Jobs Act. E ora nella lista compare anche Report. Domenica mattina, ospite a Salerno della festa di Scelta Civica, il governatore della Campania, il dem Vincenzo De Luca, in uno dei suoi show si è scagliato contro il programma di Milena Gabanelli che lo aveva intervistato sul caso Crescent (il mastodontico complesso edilizio progettato proprio sul lungomare di Salerno, per il quale l’ex sindaco è a giudizio). Ma anche contro Presadiretta, che nella sua prima puntata della stagione si è occupato anche del Pd campano. E in generale è partito a testa bassa contro la terza rete: «La più grande fabbrica di depressione», la «lobby radical chic del Paese» responsabile, secondo il governatore, di «atti di camorrismo giornalistico, attacchi personali, atti di imbecillità, ma non ingenua». «La camorra è una roba seria, ci sono giornalisti che sono morti per camorra, bisognerebbe avere l’intelligenza di non usare questi termini per fare polemiche», la risposta arrivata ieri da Iacona, che invita De Luca a svolgere i suoi «compiti difficilissimi in Campania», lasciando perdere la critica televisiva.

Eccessiva, la sortita di De Luca, anche per gli esponenti dem della commissione di vigilanza: «Parole inaccettabili», le aveva definite già domenica il capogruppo Vinicio Peluffo. E troppo, questa volta, anche per i vertici Rai. Ieri sul fare della sera l’azienda è intervenuta con una nota: «L’attacco del governatore Vincenzo De Luca a Raitre è offensivo e ingiustificato. La definizione di ’camorrismo giornalistico’ usata nei confronti di una rete del servizio pubblico è intollerabile per l’azienda e i tanti professionisti che vi lavorano. Un conto è il diritto di critica, un conto accostare il rigoroso lavoro giornalistico a realtà criminali». Dunque viale Mazzini «valuterà con i suoi legali gli estremi di un’eventuale azione a tutela della rispettabilità».

E così all’ora di cena (nel pomeriggio era intervenuto anche il presidente della commissione di vigilanza Rai, il 5 Stelle Roberto Fico, chiedendo al Nazareno di battere un colpo, così come aveva fatto Nicola Fratoianni di Sel), interviene anche il vicesegretario del Pd, Lorenzo Guerini: «Solidarietà a Raitre e a tutte le professionalità che ci lavorano. Non condivido le parole del governatore De Luca – dice il vice di Renzi – che reputo sbagliate. L’eventuale dialettica che può nascere tra informazione e politica non deve trasformarsi in affermazioni che oltrepassano il confronto, anche aspro, per scadere nell’offesa». Insomma, si attacchino pure i programmi sgraditi, ma senza strafare. Anche perché il rischio è che poi qualcuno sospetti, come fanno i 5 Stelle, che «il nuovo corso del Pd renziano» sia «intimidire in maniera violenta chi fa informazione».