Alla domanda «Quando riapre la scuola in Campania?», sabato scorso il presidente della regione Vincenzo De Luca (in corsa per la rielezione) aveva risposto: «Oggi no, il 24 settembre non so» e poi via con l’elenco dei ritardi del governo. Ieri la precisazione: «Il 24 si comincia, ci auguriamo in condizioni migliori di quelle che abbiamo davanti agli occhi». È la campagna elettorale post Covid e si gioca con regole particolari: la vittoria di De Luca è data per certa ma un avversario ci vuole comunque e il presidente dem ne ha individuato uno, il leader della Lega Matteo Salvini.

Per 5 anni gli antagonisti sono stati i 5S, ma il nuovo clima di governo impone uno scontro meno frontale così le critiche alla ministra Lucia Azzolina ci sono, ma non con i toni che avrebbero potuto avere al tempo del Conte Uno: «Abbiamo rinviato di 10 giorni – ha spiegato De Luca ancora ieri – perché non avevamo nessuna certezza sulla fornitura dei banchi, delle mascherine, sul numero dei docenti disponibili, dei supplenti, degli insegnanti di sostegno. L’ultimo dato comunicato alla Protezione civile regionale diceva, tre giorni fa, che mancano le aule per 22mila alunni». E ancora: «Faremo una battaglia per impedire che i docenti di ruolo siano spostati di centinaia di chilometri, un’altra cosa demenziale che ha pensato il ministero».

MA È SOPRATTUTTO SALVINI, con il suo tentativo di scalare i vertici del centrodestra in Campania, il bersaglio della campagna elettorale deluchiana: «Siamo la regione con il trasferimento pro capite più basso per le spese sanitarie. Ditelo a qualche nostro concittadino che pensa di fare l’allievo di quel signore che è venuto da Milano a fare la sceneggiata. In Veneto un cittadino ha diritto a 45 euro in più rispetto a uno campano, 40 in Lombardia, 65 in Emilia. Altro che la Lega e le pippe. Mi pare sconcertante – ha concluso – che ci siano persone del sud tanto masochiste da sostenere le posizioni di chi ci toglie risorse».

LA CANDIDATA PRESIDENTE 5S, Valeria Ciarambino, non si fa distrarre dalle alchimie di Palazzo Chigi e prosegue la sua battaglia frontale contro De Luca: «La decisione di spostare in avanti l’apertura delle scuole in Campania è un modo del governatore per stare tranquillo nell’ultima settimana della campagna elettorale – ha attaccato ieri -. In altre regioni hanno deciso per tempo, De Luca solo di recente creando molte difficoltà alle famiglie». E ancora: «La scuola deve essere tenuta fuori dalla campagna elettorale, è necessario che la massima istituzione del territorio abbia una collaborazione leale con il governo».

NESSUNO SCONTO neppure sul fronte caldissimo della Sanità: «Vogliamo una rivoluzione in un settore massacrato prima dall’ex presidente Stefano Caldoro e poi da De Luca, con la Campania ancora tra l’ultimo e il penultimo posto per i Lea. Ho ottenuto l’impegno del viceministro alla Salute Sileri (anche lui 5S ndr) affinché il ministero verifichi perché De Luca, nonostante abbia ottenuto 200 milioni dal governo, non ha fatto nulla per potenziare la rete di ospedali Covid». Swg, nell’ultimo sondaggio, dava i 5S tra il 13 e il 15% mentre Ixè intorno al 19,4%. La lotta per conquistare la presidenza è persa, ma sono in corsa per raggiunge il podio, magari al secondo posto, come migliore performance di lista. Se nel centrodestra lo scontro è per la leadership regionale tra Lega, FdI e Fi, nel centrosinistra sotto traccia si sta consumando una vera e propria battaglia tra il Pd e la civica De Luca presidente per chi conquisterà più voti.

SWG DÀ I DEM tra il 18,5 e il 20,5%; De Luca presidente tra il 17 e il 19%. Ixè assegna al Pd il 20,6% mentre la civica deluchiana sarebbe al 17,3%. Se lo scontro interno ai due schieramenti è così sentito è perché sullo sfondo ci sono le comunali del 2021, con Napoli, Caserta, Salerno e Benevento al voto. Il governatore la scorsa settimana ha presentato 10 idee per Napoli, idee in larga parte già note (alcune addirittura di epoca bassoliniana), mettendoci il suo marchio in solitaria.

Il Pd partenopeo punta invece a scegliere il candidato per la poltrona di primo cittadino senza passare da De Luca e con l’appoggio dei 5S, che però dovrebbero accettare un nome già scelto in casa d’altri (molti indizi portano al ministro degli Affari europei Enzo Amendola). «Proveremo a non fare le primarie puntando a una candidatura che possa essere espressione di un’alleanza larga – ha spiegato ieri il segretario dem partenopeo, Marco Sarracino -. Le primarie abbiamo dimostrato di non saperle fare, faremo gli stati generali cittadini. L’alleanza con i 5S nei comuni di Giugliano, Pomigliano e Caivano (dove si vota il 20 e 21 settembre ndr) è uno schema su cui si può lavorare per Napoli l’anno prossimo».