Quella mezzora abbondante di blackout del segnale in occasione di Sampdoria-Napoli e di Torino-Lazio due sere fa, l’ennesimo indizio che forma la prova su Dazn. Per ora il servizio non decolla, anzi. Pare andare sempre peggio. Non funziona il sito, zoppica assai anche l’applicazione sui dispositivi mobili. E il livello di guardia è già abbondamente superato. L’intervento del sottosegretario allo Sport, Valentina Vezzali, avvenuto ieri sul monitoraggio della situazione per tutelare gli utenti testimonia che il dossier Dazn si trova sul tavolo del governo e non solo per la risoluzione preparata dalla Commissione Trasporti e Telecomunicazioni della Camera,votata a giorni, che concederebbe all’AgCom di comminare sanzioni severe all’applicazione per il servizio scadente.

PERCHÉ è un dato di fatto, Dazn per ora non riesce a produrre un servizio adeguato, alla quinta giornata di campionato, dopo oltre un mese di buchi neri, ritardi e la rotellina che gira a vuoto. Ieri anche il Codacons è intervenuto, annunciato un esposto per truffa e inadempimento di pubblica fornitura, con l’invito alla Magistratura ad aprire un’azione penale a tutela dei tifosi/utenti. Insomma, Dazn è accerchiata dalle critiche e a poco è servito finora il pubblico e mediatico mea culpa per l’ultimo grave disservizio, dopo aver negato le difficoltà delle ultime settimane. Neppure il preannunciato rimborso (un mese di abbonamento «gratis» per gli utenti danneggiati) per l’oscuramento di parte di Sampdoria-Napoli e Torino-Lazio riesce a calmare le acque, peraltro poco si sa di chi avrà diritto a essere indennizzato, la dirigenza Dazn per ora ha spiegato che la platea beneficiaria sarà allargata rispetto agli utenti che hanno immediatamente segnalato il blackout. Ma oltre ai padroni del vapore di Dazn, è già il tempo delle responsabilità da assumersi, oltre anche a Tim, che fa da Telco all’applicazione. Per esempio, dovrebbe pubblicamente emendarsi la Lega di A, la lega dei presidenti, che ora starebbe pensando di impugnare il contratto con Dazn ma che in cambio di più soldi, 840 milioni di euro in tre anni, ha deciso di affidare la messa in onda del campionato italiano per le prossime tre stagioni a una scommessa, senza alcuna garanzia che il servizio potesse essere di qualità.

INFATTI la qualità su Dazn non è mai stata eccellente, è risaputo da qualche stagioni, così come era cristallino che la connettività resta un punto debole italiano, con zone del paese in cui la connessione è del tutto assente. Doveva essere la Lega di A a pretendere la qualità del prodotto a Dazn, non ora gli utenti o le associazioni dei consumatori, fino al Governo. Eppoi servirebbero spiegazioni più approfondite, gli stessi appassionati di calcio non hanno riscontrato problemi o ritardi su altre piattaforme di streaming a pagamento, come Amazon Prime, che è titolare dei diritti televisivi della Champions League, in particolare della miglior partita del mercoledì, mentre con la Champions League ha balbettato anche Infinity, l’app in streaming di Mediaset.