Si potrebbe anche tradurre come «ragioni per essere di buonumore» la nuova avventura di David Byrne, artista poliedrico più che musicista. L’originale recita Reasons to be Cheerful, si tratta di un progetto che consiste nel mostrare immagini catturate un po’ ovunque nel mondo con l’obiettivo di trovare sviluppi positivi. Una sorta di piccola lezione di speranza che Byrne ha portato a Milano presso la Fondazione Prada. Sala gremita, pubblico partecipe e colto, per un personaggio che si è sempre contraddistinto per eleganza intesa nella migliore accezione del termine, perché come diceva Sacha Guitry «l’eleganza è una questione di educazione». Insomma, l’ex Talking Heads ora si esibisce come intrattenitore, non televisvo però, non è una testa parlante, è una testa pensante.

 

 

Per prima cosa va detto che il titolo dell’iniziativa non è originale, viene da Ian Dury, cantante inglese, ora scomparso che nel 1979 proponeva una canzone con questo titolo. E Byrne parte da lì, prima per riconoscere la paternità, poi per ricordare che si era in piena epoca Thatcher, quindi non proprio un momento felice, eppure bisognava anche in quella situazione trovare motivi di buonumore. Poi parte con il suo singolare racconto e lo fa in bicicletta perché affronta il bike sharing come fenomeno urbano positivo, magnifica Vancouver e il suo sindaco. E non manca di far sorridere raccontando di avere suggerito la stessa cosa a Copenhagen per poi rendersi conto che lì, non ce n’era bisogno.

 

 

Più curioso il secondo momento, sempre legato alla mobilità urbana, a Bogotà, dove il sindaco ha dato il via a una linea veloce di autobus con corsia preferenziale e protetta, che si è rivelata un portento, arrivando anche a spostare equilibri sociali nel barrio disastrato in cui fa capolinea, e l’edificio dove approda da centro smaltimento rifiuti è diventato centro sociale.

 

 

C’è poi la questione delle fonti rinnovabili, paesaggi forse non bellissimi con le pale eoliche (non che i pozzi siano meglio) con il paradosso che anche in Texas, il sindaco repubblicano di una città ha mollato il fossile per le fonti rinnovabili, ora al 100%, per motivi di salute ma anche economici e molti comuni in giro per il mondo pare stiano facendo altrettanto.

 

 

 

Un cenno anche alla salute, basti una statistica: in Gran Bretagna muoiono 44 persone su un milione per overdose, negli Usa 147, in Portogallo 3. Semplicemente perché da anni lì la droga è legalizzata. Un saluto all’asilo di Reggio Emilia che ha fatto proseliti nel mondo per passare all’impegno civico, con frecciatine verso l’attuale amministrazione statunitense, prima di arrivare alla cultura con dati felicemente impressionanti. Sia a Medellin, dove tre edifici che portano cultura nel barrio sono stati costruiti e hanno spostato equilibri, così come in una favela di Rio. Ma il dato più interessante viene da uno studio statunitense che racconta come nei quartieri dove si è investito in cultura i risultati scolastici sono migliorati del 18%, sono calati del 14% gli abusi sui bambini e la criminalità nel suo insieme è scesa del 18% con una notazion: è calata anche l’obesità del 5%.

 

 

 

Considerazione di Byrne: magari non servono più poliziotti per ridurre i crimini, forse basta mobilitarsi e diffondere cultura. Eccolo allora incontrare un uomo a New York che gli dice di avere una band e lui «my god», ormai tutti hanno una banda, solo che questi suonano allo Shrine, sono sopravvissuti alle torture subite nei loro paesi e ora si ritrovano per ballare, cantare, vivere. Perché poi alla fine questa è la terapia alternativa allo psicanalista che Byrne sta cercando di mettere insieme: trovare motivi di speranza. Che nel frattempo gli ha anche ispirato alcuni momenti di un nuovo disco di prossima uscita American Utopia, con tour promozionale a seguire, con date anche in Italia. Ma è davvero un inciso, l’uomo con l’abito grigio non sembra essere in giro per vendere, ma per far conoscere.