Incendi, esplosioni, incidenti. Nel Veneto dei capannoni a fianco di ogni campanile sono all’ordine del giorno. E dal 1 gennaio al 30 giugno scorso l’Osservatorio sicurezza sul lavoro di Vega Engineering (con le statistiche aggiornate dell’Inail) contabilizza 24 «morti bianche»: 6 nelle province di Venezia e Treviso, 5 a Verona, 3 a Padova e Vicenza e una sola a Rovigo.

Nel Triveneto, il 19% delle vittime degli infortuni in fabbrica, nei cantieri e nelle piccole imprese sono stranieri. Negli ultimi mesi, la Grande Crisi sembra bruciare anche le strutture produttive. Ma gli «incidenti» di impatto ambientale in passato non sono mancati. Il 16 giugno 2012 incendio nell’impianto di stoccaggio della platica gestito dalla multiutility AcegasAps in Corso Stati Uniti a Padova: la colonna di fumo nero si vedeva da lontano.

Undici giorni dopo la replica alla «Nuova Esa» di Marcon (Venezia) che era stata chiusa e sequestrato da tempo dalla magistratura nell’ambito di un’indagine per un traffico di rifiuti tossico-nocivi. La nube più eclatante è stata quella provocata il 18 aprile 2007 dall’incendio nello stabilimento De Longhi: un’emergenza che ha tenuto impegnati per ore le squadre di pronto intervento con l’incubo dell’inquinamento atmosferico in tutta Treviso.

La sera del 21 giugno tocca a Marghera con la fuoriuscita di etilene dalla Polimeri Europa, azienda Eni all’interno del Petrolchimico. Colpa di una valvola difettosa nell’impianto «Cr4» di stoccaggio durante il caricamento di una nave.