Darra è una bella ragazzina di tredici anni. Vive su un’isola del nord dove il mare è spesso tempestoso e s’infrange sugli scogli con violenza. Fin qui, nessun segno particolare: potrebbe essere una ragazzina come tante, andare a scuola e dividere la merenda con le sue compagne ogni pomeriggio. Ma il destino di Darra non è quello di una qualsiasi adolescente.

Lei è la tredicesima nata e come tale, al raggiungimento dello stesso numero di anni per età, deve essere sacrificata al dio degli inferi Dond. Dovrà annegare per ammansirlo e per far prosperare la sua comunità di pescatori. Sarà solo Darra, con una pietra al collo, a far placare l’ira funesta del dio delle tenebre sottomarine. Quando nacque, gemella di un maschietto di nome Bawn, venne condannata all’istante: era lei la tredicesima che nessuno si aspettava uscisse dal ventre della madre. Ripudiata per evitare il dolore futuro, ha vissuto una esistenza di solitudine con un anziano del villaggio che la ha accudita e lasciata crescere, così da prepararla in «dono».

Comincia così l’intensissimo – anche per scrittura – romanzo di Siobhan Dowd (Uovonero editore, pp. 112, euro 14), Il Riscatto di Dond.
Nelle illustrazioni di Pam Smy, che molto ricordano quelle delle fiabe popolari e delle leggende nordiche, vediamo una fanciulla piangere per il terrore, disperarsi per quel suo, crudele ultimo giorno sulla terra. Siobhan Dowd, la scrittrice inglese morta a soli 47 anni nel 2007, è anche l’autrice de Il mistero di London Eye (premio Andersen 2012) e di Crystal della strada.

Attivista, paladina dei diritti umani – ha militato contro la censura, ha portato in carcere gli autori e, prima di scomparire, ha fondato una associazione che favorisce la lettura dei bambini che vivono in contesti disagiati – Dowd in ogni suo romanzo ha mescolato i generi, reinventando porzioni di mondo. Questa volta ha virato verso il fantastico, inserendo fra le pagine tese e intrise degli umori invernali di una stagione eternamente ostile, una grande storia d’amore fraterna. Bawn, infatti, il gemello perduto fin dall’infanzia – il vero «tredicesimo» nato se la madre non avesse mentito preferendo il sacrifico della femmina al suo posto – compie un gesto eroico, di generosità e giustizia. E, insieme a una madre pentita, salverà se stesso e la sorella.