Dario Salvetti, operaio e rsu della Gkn e portavoce del collettivo di fabbrica, oggi a Firenze si tiene la seconda manifestazione nazionale sulla vostra vertenza. Siete riusciti a mobilitare e unire realtà lontane e divise nella lotta contro licenziamenti e delocalizzazioni. Lo avrebbe mai pensato il 9 luglio quando vi arrivarono le mail di licenziamento?
Quando il 9 luglio abbiamo passato il cancello e deciso l’occupazione della nostra fabbrica non ci siamo fatti molte domande. Come collettivo ci siamo detti che dovevamo fare seriamente qualcosa di completamente diverso per evitare che la nostra vertenza finisse come molte altre: estendere la mobilitazione e cambiare i rapporti di forza. La nostra battaglia è contro un gigante della finanza: in questi due mesi abbiamo capito che le idee costruiscono i rapporti di forza e i cambiamenti nei rapporti di forza aprono a nuove idee. Ora è il momento di raccogliere i frutti della mobilitazione. Per questo è importantissimo che la manifestazione sia la più grande e unita possibile.

Dario Salvetti, portavoce Collettivo Gkn

Mancano poche settimane alla scadenza dei 75 giorni di procedura per licenziamento collettivo. Come vivete questo momento?
La manifestazione arriva in un momento fondamentale della vertenza. Abbiamo poco tempo e non possiamo sbagliare, come dall’inizio di questa vicenda. Una grande partecipazione può darci la spinta per cambiare ancor di più i rapporti di forza e spostare la bilancia dalla nostra parte.

Avete già fatto un piccolo miracolo: in piazza ci sarà tutta la sinistra mentre al vostro presidio sono venuti anche esponenti del Pd e lo stesso Giuseppe Conte che ha parlato di «amministrazione commissariale» dopo Gkn. Per evitare passerelle inconcludenti cosa chiedete alla politica che dice di stare dalla vostra parte?
Chiediamo che sostengano la nostra richiesta di una decretazione d’urgenza per bloccare le procedure di licenziamento nostre e della Whirlpool di Napoli. A tutti abbiamo detto che noi non firmeremo la cessazione di attività perché significherebbe darla vinta alla speculazione finanziaria di Melrose. Siamo al muro contro muro: è il governo che deve decidere da che parte stare.

Nel governo pare vincere la posizione Giorgetti-Bonomi: niente decreto, niente stop ai licenziamenti, sanzioni annacquate. Il tutto solo per il futuro con un piano di mitigazione sociale.
Proprio per questo chiediamo che quel provvedimento non vegna chiamato «salva Gkn» perché in realtà ne legittimerebbe la chiusura. La nostra dignità non ha prezzo. E di certo non ci basta che il governo la consideri di un prezzo leggermente superiore a Melrose, facendogli pagare qualche euro in più i licenziamenti.

Il vostro collettivo e i vostri Rsu proviene in gran parte dalla minoranza in Fiom e Cgil «Riconquistiamo tutto» guidata da Eliana Como. Eppure la vostra capacità di mobilitazione è enorme.
La storia di Gkn è di opposizione e minoranza nel mondo sindacale. Ma la radicalità delle nostre idee non è una battaglia di bottega, è una lotta che ci ha permesso di dimostrare che le nostre posizioni possono essere maggioritarie e ottenere risultati.