La decisione governativa, approvata dalla commissione finanziaria legislativa di Copenaghen, di vendere il 19% dell’utility Dong Energy a fondi controllati dalla Goldman Sachs, ha scatenato manifestazioni in Danimarca e soprattutto il rischio di una vera e propria crisi di governo. I socialisti hanno abbandonato la maggioranza guidata dalla premier Helle Thorning-Schmidt (diventata nota nelle cronache internazionali per il «selfie» con Barack Obama al funerale di Mandela). Una raccolta di 200mila firme – su 5 milioni complessivi di abitanti – ha adeguatamente rappresentato l’indignazione della popolazione danese per un gesto considerato poco patriottico. In particolare si contesta la svendita all’interno del settore energetico, uno dei più importanti e sentiti in Danimarca, consentendo alla Goldman poteri di controllo straordinari rispetto alle quote azionarie detenute. Il leader dell’opposizione danese – come ha riportato il Financial Times – Lokke Rasmussen ha paragonato il caso alla popolare serie tv, «Borgen» (in danese «parlamento») che racconta le vicende di un primo ministro donna, Birgitte Nyborg, alle prese con complicate battaglie politiche.