Oltre 4 milioni i cittadini sono stati chiamati ieri al voto in Danimarca per il rinnovo del parlamento a pochi giorni dalle europee. Secondo gli exit poll i socialdemocratici della leader Mette Frederiksen avrebbero ottenuto tra il 25,3 e il 25,9%, dovrebbero quindi riuscire a formare il nuovo governo, soffiandolo ai liberali del premier uscente Lars Loekke Rasmussen (al 20,9%), che pagherebbe anche la cattiva tenuta dei partiti di centrodestra che negli ultimi quattro anni hanno sostenuto la sua maggioranza. Il blocco di sinistra avrebbe la maggioranza assoluta di 90 seggi sui 179 del Parlamento, contro i 75 della coalizione di governo uscente.

La campagna elettorale si è giocata prevalentemente sulle questioni ambientali e sull’immigrazione. E su questo ultimo punto il centrosinistra ha tentato di rubare consensi alla concorrenza. Se il governo uscente di centrodestra ha avviato una stretta sull’accoglienza (e in questi primi mesi dell’anno il numero dei richiedenti asilo è risultato il più basso in 10 anni), i socialdemocratici gli sono andati dietro assicurando di mantenere le limitazioni all’ingresso nel paese.

Il Partito del popolo danese, alleato in Europa di Salvini, che ha sostenuto il premier con un appoggio esterno in cambio di leggi più severe sull’immigrazione, al 9,8%, sembra proseguire sul trend negativo delle europee. Il partito ambientalista Alleanza rosso-verde è all’8,8%.