Con Federico D’Andrea arriverebbe un investigatore più che un manager della sanità. Non casualmente. Se Emergency si occuperà di ospedali da campo e Covid hotel, è tra le maglie della burocrazia, degli sprechi e dell’illegalità che dovrà muoversi D’Andrea se diventerà commissario straordinario alla sanità della Calabria. Federico D’Andrea, 61 anni, è un ex colonnello della Guardia di Finanza originario di Cerchiara, borgo del Pollino che affaccia sul mar Jonio cosentino. Negli ultimi 5 anni ha collezionato una sfilza di presidenze di organi di vigilanza di società private e partecipate, tra cui Milanosport, Metropolitane Milanesi, A2A. Gli ultimi due incarichi sono da settembre 2019 la presidenza del cda di Amsa, la società che si occupa dei rifiuti a Milano, e l’ingresso nel cda e nel Comitato Controllo e Rischi della multiutility A2A. Un profilo tutto milanese con le radici piantate in Calabria.

Due lauree, in giurisprudenza ed economia, una carriera trentennale nella Guardia di Finanza e dagli anni duemila quella di professionista in organi di controllo e revisione. Durante Tangentopoli ha collaborato con il pool e ha mantenuto ottimi rapporti con Francesco Saverio Borelli e Gherardo Colombo. Con Colombo ha condiviso fino ad aprile 2020 l’esperienza nel Comitato per la legalità del Comune di Milano, organo di controllo e vigilanza che collabora strettamente con il sindaco Beppe Sala. Chi dal consiglio comunale milanese ha avuto a che fare con lui lo descrive come persona «rigorosa, un investigatore vero più che un manager». Dovesse finire a fare il commissario «potrebbe essere la persona giusta per mettere le mani nella parte marcia del sistema, ma non potrà farlo da solo».

Chi lo conosce dice che sa lavorare bene in gruppo. A Milano in Amsa era stato chiamato a settembre 2019 quando la società dei rifiuti milanesi era stata interessata dall’inchiesta “mensa dei poveri”: tangenti, appalti pilotati, traffico di influenze. L’ex finanziare è stato un «garante della legalità e della trasparenza» allontanando i dubbi sulla gestione della società. Non ama le manette, è definito – e si definisce nei colloqui privati – garantista, l’opposto di un giustizialista, il che potrebbe renderlo inviso a qualcuno del M5s.

In Calabria ci son da far tornare i conti, delle terapie intensive ma soprattutto economici. Il commissario dovrà muoversi tra fatture, incarichi, forniture. L’ex finanziere dovrà poi riorganizzare il sistema sanitario in tempo reale, visto che di tempo n’è già stato perso troppo. Per il presidente del consiglio Conte potrebbe essere il profilo adatto per cancellare l’imbarazzo delle scelte sbagliate fatte sulla Calabria nelle ultime due settimane. Prima la figuraccia dell’allontanamento obbligato di Saverio Cotticelli, il generale dei carabinieri che non sapeva di doversi occupare anche del piano Covid, poi la rinuncia di Giuseppe Zuccatelli che resterà famoso per aver minimizzato l’importanza della mascherina, e ancora le dimissioni di Eugenio Gaudio, l’ex rettore della Sapienza, per motivi personali. Infine il percorso accidentato che ha portato alla collaborazione con Gino Strada ed Emergency.