La soluzione per rendere più efficace e tutelato il compito degli ispettori del lavoro, oggi sotto attacco da parte dell’opinione pubblica, potrebbe essere quella di unificare attività frammentate tra decine di enti – dall’Inps all’Inail, dal ministero alle Asl – con un coordinamento unico, anche un’agenzia. Come d’altra parte propongono gli stessi ispettori, che il ministro del Welfare Giuliano Poletti «dovrebbe ascoltare»: «Perché agiscono sul campo e sono gli unici in grado di dare i giusti suggerimenti alla politica». Il presidente della Commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano (Pd), già ministro del Lavoro sotto Prodi nel 2006-2008, non ha dubbi: «Bisogna tornare a valorizzare queste figure».

Dopo il suicidio di un panettiere di Napoli, che pure teneva tre persone in nero, gli ispettori sono stati presi di mira, paragonati agli esattori «cattivi» di Equitalia.

Non è una novità, visto che rappresentano un po’ l’anello debole della catena. Perché possono essere contemporaneamente accusati di non proteggere a sufficienza i lavoratori e di vessare le imprese. Io distinguerei tra eventuali eccessi burocratici – controlli sempre alle stesse aziende, quelle che magari non ne hanno bisogno, o visite in giornate successive di ministero, Inps, Asl – dalla buona azione di ispezione, che invece deve essere garantita.

Come potrebbe intervenire il ministero?

Col governo Prodi abbiamo svolto un’azione di tutela e promozione di queste figure, perché devi metterle nelle condizioni di poter lavorare. Non solo dare i mezzi: giusti rimborsi su benzina, vetture, telefonini, ma anche monitorare quanti sono, dove stanno e che efficacia abbiano i controlli. Io ho stabilizzato le assunzioni già programmate da Maroni, e ne ho fatte di nuove. Ho sburocratizzato le attività, trasferendoli dalla scrivania ai cantieri, incrementando di molto le ispezioni.

Un’azione che poi deve essersi persa per strada, visto che oggi lamentano appunto di non avere adeguati rimborsi e mezzi.

Di mezzo c’è stato il governo Berlusconi, che ha trasformato il giusto equilibrio tra prevenzione e repressione in una logica di complicità tra azienda e lavoratore, mettendo in discussione l’attività ispettiva, non proteggendola adeguatamente. Si è enfatizzata l’esigenza di non infierire nei confronti delle imprese, si sono rarefatti i controlli, facendo passare l’immagine che le ispezioni siano inutili se non addirittura persecutorie. Così si seminano idee cattive, ma poi è inutile lamentarsi del fatto che aumentino l’evasione, l’aggiramento della legge o gli incidenti sul lavoro.

Come rendere efficaci le ispezioni?

Credo che si debba intervenire in modo selettivo sulle imprese, non puoi andare in modo indifferenziato. Vanno individuate quelle a maggior rischio: nella metallurgia e lavorazione del legno, per esempio, hai più incidenti, mentre in edilizia hai molte cadute dall’alto. Nelle piccole e medie imprese c’è un maggiore aggiramento delle leggi, mentre alla Fiat troverai certamente delle buste paga regolari. Questo però non significa che non devi andare nelle grandi realtà: pensiamo alla siderurgia, dove l’incidentalità è altissima.

Proprio per non clonare a ripetizione ispezioni oggi dell’Inps e domani dell’Inail, o per creare grosse «squadre» per le aziende più grandi, gli ispettori propongono l’istituzione di un’Agenzia unica delle attività ispettive.

Nel Testo unico sulla sicurezza già noi avevamo lavorato di concerto tra ministro del Lavoro e della Salute: con Livia Turco e i sottosegretari Montagnino e Patta facemmo un lavoro di unificazione che prevedeva anche il coordinamento delle attività ispettive. Ci vuole una volontà politica di unificazione di strutture oggi differenziate: pensiamo a Inail, Inps, carabinieri, ispettori del lavoro o delle Asl.

Poletti dovrebbe parlare con gli ispettori?

Poletti è stato preso dall’inizio dell’attività di governo e oggi c’è la campagna elettorale. Però ha dichiarato di voler intervenire. Visto che è sorto questo problema, che voi de il manifesto avete denunciato, penso che dovremmo anche come Commissione lavoro della Camera promuovere un’iniziativa di attenzione. Credo che sia molto utile ascoltare gli ispettori: chi lavora sul campo è l’unico in grado di dare i giusti suggerimenti alla politica. Il governo potrebbe avvalersi di questo confronto per migliorare normative a vantaggio delle imprese senza far venir meno le tutele per i lavoratori. Con il dialogo e la concertazione.