«È stata la parte dialogante della maggioranza a rendere Renzi conciliante». Non vuole fare nomi, Cesare Damiano, né raccontare la trattativa pre-relazione. Si limita ad osservare che «ci sono passi avanti»: «Si prevede la reintegra in caso di licenziamento disciplinare» e «la riapertura del confronto con il sindacato». Ma rimane guardingo: «Non sono abbastanza: noi vogliamo il reintegro anche per il licenziamento economico» e soprattutto «il giudizio va dato sui testi e finora di testi non ne abbiamo visti, mi auguro che il governo presenti un emendamento che raccolga questi miglioramenti in modo chiaro e inequivoco».

Damiano, cosa è successo prima che Renzi parlasse?

Ci sono state discussioni importanti. Credo che il segretario del Pd abbia ascoltato la parte dialogante della maggioranza. E abbia fatto bene. La delega sul lavoro è un passaggio molto delicato, specie per un partito di sinistra. Il fatto che Renzi abbia cambiato idea sul reintegro in caso di licenziamento disciplinare è anche frutto delle nostre iniziative. Se fino a ieri era per la reintegra nel solo caso di licenziamento discriminatorio il passo avanti è evidente. Noi però siamo per tornare alla formulazione attuale: non è abbastanza e la nostra battaglia continuerà.

Volevate di più?

Volevamo inserire nel testo finale un limite al demansionamento, sui controlli a distanza, sui risultati della riforma Fornero. Ma non sono stati recepiti.

La riforma Fornero in verità rendeva abbastanza difficile il reintegro in caso di licenziamento disciplinare. Non siamo davanti addirittura ad un aumento di tutele? Renzi ha preso un abbaglio?

La riforma Fornero per il licenziamento disciplinare prevedeva in molti casi il risarcimento. Trattandosi di una materia complessa e delicata bisogna leggere e capire bene i testi.

Anche perché finora nella delega “l’articolo 18” non era neanche nominato…

Appunto. Noi ora chiediamo che questa apertura del premier sia sostanziata. Mi auguro che il governo presenti al più presto un emendamento al testo attuale che precisi questi punti.

Passiamo alle altre novità: per uno che i sindacati non li voleva vedere neanche con il cannocchiale, arrivare a promettere di “riaprire la sala Verde” deve essere una bella marcia indietro…

È un altro cambiamento importante. Renzi lo ha detto lanciando una sfida al sindacato su tre punti importanti: contrattazione decentrata, legge su rappresentanza e salario minimo. Il sindacato deve raccogliere la sfida anche perché l’accettazione del confronto era una richiesta di Cgil, Cisl e Uil.

Non c’è il rischio che Renzi punti a dividere il sindacato facendo leva sulle difficoltà di Cisl (dimissioni Bonanni) e Uil (il congresso sostituirà Angeletti)?

Non lo so. So che quella del puntare alla divisione del sindacato era una prassi dei governi di centrodestra….

Entriamo nel merito delle sfide: sulla contrattazione decentrata lei è d’accordo?

Io da ministro stanziai 600 milioni per i contratti di produttività.

Non c’è il rischio che si depotenzi il contratto nazionale?

Serve il giusto equilibrio fra contratto nazionale e di secondo livello, ma si può ottenere. Il contratto nazionale deve rimanere, deve definire i criteri, gli obiettivi e gli aumenti salariali per tutti. Il contratto aziendale deve puntare alla produttività e tradurre i principi in ogni singola azienda o fabbrica.

La legge sulla rappresentanza come dovrà essere scritta?

C’è un progetto di legge che chiede di modificare l’articolo 19 dello Statuto prevedendo che nelle aziende l’abbiano i sindacati maggiormente rappresentativi.

E sul salario minimo?

Lì la delega è già chiara: prevede di fissarlo solo nei casi in cui non è prevista contrattazione. E ci va bene.

C’è poi il tema dei nuovi ammortizzatori. Renzi parla di 1,5 miliardi. D’Alema gli ha risposto che ne servono 10 volte tanto.

Io dico che con 1,5 miliardi si danno 700 euro al mese per un anno a 170 mila persone. Le risorse di cui parla Renzi sono dunque molto basse. Ma di modi per trovarne ce ne sono molti. Anche di questo vorremmo discutere. E anche su questo punto presenteremo emendamenti.