L’album solista del piemontese (ma di base a Milano) Filippo Rieder, già batterista dei Fine before you came, è una piccola gemma lo-fi, un disco che pare provenire da un’altra epoca, in quel punto di intersezione tra punk e new wave. Giri di basso avvolgenti, sintetizzatori, drum-machine, voci modificate e un mood oscuro ispirato al metal, mettono in luce la predilezione di Rieder per musica d’atmosfera, pezzi che crescono d’intensità, meno diretti rispetto alle urla hardcore della sua band principale. Tanti ospiti, tutti amici del sottobosco italiano, dai Winter Dust ai The Death of Anna Karina, a Havah (altro interessantissimo progetto solista, di Michele Camorani dei Raein). Lavoro di una bellezza seducente, dark e apocalittico al punto giusto, dai suoni sporchi che ne evidenziano più di tutto l’urgenza. Da (ri)ascoltare più e più volte, per esplorare il proprio lato oscuro. Inaspettatamente rigenerante.