Via libera allo stanziamento di 700 milioni di euro in aiuti per la Grecia, ma via libera anche alla missione Frontex che porterà uomini e mezzi nell’Egeo e lungo i confini terrestri con la Turchia presi d’assalto da migliaia di migranti.

Alla fine l’Unione europea ha trovato un primo accordo su come fronteggiare l’emergenza creata ad arte da Ankara con la decisione di lasciare liberi decine di migliaia di migranti di partire in direzione dell’Europa. E lo ha fatto al temine del vertice straordinario dei ministri dell’Interno convocato ieri a Bruxelles dove non sono mancati i momenti di discussione. Uno di questi si è avuto quando ormai il più era fatto, con la Germania che si è opposta a che nella dichiarazione finale venisse espressa una esplicita «condanna» della Turchia.

Un’impasse superato grazie a una formula nella quale si afferma che l’Unione europea «rigetta fermamente» le decisioni messe in atto negli ultimi giorni da Ankara. Confermando però la linea delle fermezza ribadita martedì in Grecia dalla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen: «I confini della Ue non sono aperti e non devono esserlo», ha ricordato infatti a margine del vertice la commissaria agli aiuti umanitaria Ylva Johannson.

In realtà un gesto concreto nei confronti dei disperati ammassati fino all’inverosimile nei campi greci c’è stato. Germania, Lussemburgo, Finlandia, Italia e più in generale i Paesi del Mediterraneo si sono offerti di accogliere i minori che si trovano nelle isole dell’Egeo, dove il sovraffollamento dei centri è da tempo insostenibile. Il lussemburghese Jean Assemborn si è spinto fino a proporre che ogni Paese accolga dieci minori ogni mezzo milione di abitanti, mentre il ministro dell’Interno tedesco Horst Seehofer ha suggerito di adottare come sistema per l’accoglienza volontaria dei minori quello deciso a Malta da una coalizione di Paesi per i soccorsi in mare.

Fatta eccezione per i finanziamenti ala Grecia, la solidarietà europea finisce però qui, Da Bruxelles è infatti arrivato il via libero politico anche alla missione dell’agenzia per le frontiere Frontex che prevede l’impiego di navi, aerei, elicotteri e di 150 uomini della guardia di frontiera ai confini terrestri e marittimi della Grecia per fermare i tentativi di sconfinamento dei migranti. Punto su quale l’Italia avrebbe mantenuto una posizione più prudente rispetto ad altri partner europei, non avendo nessuna intenzione di farsi coinvolgere in possibili respingimenti vietati dal diritto internazionale. Per questo il contributo italiano dovrebbe limitarsi alla fornitura di un aereo e di funzionari da affiancare alle autorità greche nell’esame delle richieste di asilo. «I confini europei vanno difesi, fermo restando il diritto internazionale dal quale non si può prescindere», ha spiegato al termine dell’incontro il ministro Luciana Lamorgese. Dalla Polonia sarebbe arrivata invece l’offerta di un nutrito numero di uomini da schierare lungo il confine tra Grecia e Turchia.

Ieri intanto il presidente del Consiglio Ue Charles Michel ha incontrato Recep Tayyip Erdogan con cui ha discusso della crisi siriana e della situazione che si è venuta a creare alle frontiere europee. «L’Unione europea è pronta ad aumentare il sostegno ai siriani che si trovano in Turchia e alle comunità che li ospitano», ha affermato Michel. Parole che sembrano annunciare un cedimento dell’Europa alle richieste del presidente turco.