Ogni secondo che passa un bambino ucraino entra nell’Unione europea. Spesso accompagnato da un genitore, solitamente la madre, ma sono tanti anche quelli che arrivano da soli lasciandosi alle spalle un paese devastato dalle truppe russe. Dei 3.528.346 rifugiati ucraini arrivati fino a ieri nella Ue (dato Onu) quasi il 90 per cento è rappresentato da donne e minori e proprio questi ultimi sono uno degli aspetti drammaticamente più inediti di questa crisi. «E’ un flusso senza precedenti», ha spiegato il vicepresidente della Commissione Ue Maros Sefcovic dando conto anche dei tanti bambini che si accalcano alle frontiere.

Nel consiglio europeo che si aprirà domani a Bruxelles oltre a ulteriori sanzioni contro la Russia si parlerà anche dello stanziamento di nuovi fondi per fronteggiare l’emergenza e venire incontro alle richieste di aiuto dei paesi che, da soli, non riescono a gestire un numero sempre crescente di persone. E’ il caso della Moldavia che ieri ha chiesto aiuto a Nazioni unite e Unione europea nella gestione dei circa 100 mila profughi ancora presenti nel paese a fronte degli oltre 300 mila arrivati dall’inizio dell’invasione russa.

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Un primo contributo di quasi due milioni di euro è arrivato ieri dalla Svizzera, ma è chiaro a tutti che le cifre che servono sono ben altre. Non a caso ieri la presidente Ursula von der Leyen ha annunciato che la Commissione proporrà di «stanziare altri 3 miliardi di euro per sostenere i nostri Stati membri che stanno accogliendo i nostri amici bisognosi». Ma ai governi l’Ue chiede di fare di più predisponendo piani per far fronte al sostegno dei profughi e alle loro necessità nel medio e lungo termine.

In Italia sono 61.493 i profughi arrivati dall’inizio del conflitto. Per accoglierli l’ultimo decreto varato dal governo ha stanziato più di mezzo miliardi di euro. «Vogliamo aiutare i rifugiati non solo ad avere una casa, ma anche a trovare un lavoro e a integrarsi nella nostra società come hanno fatto i 236 mila ucraini che già vivono in Italia», ha detto ieri il premier Mario Draghi parlando alla Camera dopo il collegamento video con il presidente ucraino Volodymir Zelensky.

La maggior parte dei soldi, 348 milioni per il 2022, sarà destinata all’accoglienza sia attraverso un contributo per le spese di affitto dei rifugiati che riguarderà 60 mila persone per al massimo 90 giorni, dopo di che dovrà essere rifinanziato, sia l’accoglienza diffusa che riguarderà 15 mila persone ospitate attraverso il terzo settore, istituti religiosi oppure nelle famiglie, alle quali andranno 20-25 euro al giorno per ogni persona ospitata. Atri 7,5 milioni di euro sono invece destinati al ministero dell’Interno per incrementare la dotazione destinata ai centri di accoglienza.

Uno «spontaneismo» non privo di rischi per la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, che non a caso ha lanciato l’allarme circa la possibilità di «non avere una situazione chiara sul territorio». Specie per quanto riguarda i bambini: «Ci vuole la garanzia – ha sottolineato la titolare del Viminale – che i minori non accompagnati ucraini non si disperdano nel territorio. Non dobbiamo correre il rischio di creare sistemi di welfare alternativo»,