Nel Regno Unito, gli esercenti stanno facendo pressioni sul governo per poter riaprire le sale entro la fine di giugno, in tempo per l’uscita – il 17 luglio – del nuovo film di Christopher Nolan: Tenet. Il blockbuster del regista inglese è infatti «l’ultimo» rimasto la cui uscita non è stata spostata in avanti a causa della crisi sanitaria, e rappresenta così un vagheggiato traguardo per gli esercenti non solo britannici ma di tutto il mondo. «È un totem – lo ha definito con enfasi Kristian Connelly, Ceo di una catena di cinema australiana – che guida l’industria verso la ripartenza». «Abbiamo illustrato al governo le misure di sicurezza che i cinema britannici implementerebbero sia per lo staff che per il pubblico quando riapriranno, e abbiamo chiesto che, in considerazione di questo, alle sale venga permesso di riaprire per la fine di giugno», ha detto al «Guardian» Phil Clapp, direttore della UK Cinema Association.

RIAPRIRE le porte dei cinema a luglio è invece l’obiettivo di HDF Kino, la più grande organizzazione di cinema tedeschi – in Germania il cinema all’aperto è già ripartito, con un boom dei drive-in – che attraverso la sua Ceo Christine Berg mette in guardia dalla «crisi esistenziale» che il cinema sta affrontando in questo momento. Una posizione condivisa da AG Kino, l’associazione delle sale d’essai: «I cinema sono il motore dell’industria cinematografica tedesca. Da essi non dipendono solo i mezzi di sussistenza di tante persone che lavorano nelle sale, ma anche quelli di fornitori, produttori e registi. Se metà dei cinema muoiono a causa della crisi, buona parte dell’industria cinematografica tedesca li seguirà».

In Spagna, le sale potranno tornare operative con la fase 2, che inizierà il 25 maggio: in un primo momento potranno sfruttare solo 1/3 dei posti disponibili, che dovrebbero diventare la metà dall’8 giugno, con l’avvio della fase 3.

LA SVEZIA invece, dove il lockdown non è mai entrato in vigore, è uno dei pochi paesi in cui alcuni cinema non hanno chiuso, rispettando al loro interno il distanziamento sociale. È il caso della catena Svenska Bio, la seconda più grande della Svezia: nelle loro sale possono entrare non più di 50 spettatori a proiezione. Intervistato dal «Guardian», il direttore Peter Fornstam ha detto: «Sono felice che le nostre porte siano rimaste aperte, e che abbiamo continuato a lavorare, ma avrei desiderato che lo facessero tutti». La sua scelta non è stata infatti condivisa da tutti gli esercenti: la principale catena del paese, Filmstaden, ha chiuso i battenti.

Per conoscere la sorte dei cinema della Francia – il paese con più schermi di tutta Europa – bisognerà attendere i primi giorni di giugno, quando il governo stabilirà se riaprire le sale. Dall’altra parte dell’oceano, nel più grande mercato cinematografico del mondo – gli Usa – gli stati si stanno muovendo autonomamente : i governatori repubblicani di Texas e Georgia hanno già consentito la riapertura delle sale cinematografiche, ma solo poche sono tornate in funzione – tutte le grandi catene sono rimaste chiuse, e la National Association of Theater Owners ha comunicato che ci vorrà ancora del tempo prima che i cinema tornino operativi.