Non è un manuale di tecnica apistica e nemmeno un trattato sul declino delle api. Si tratta invece di un testo, fatto interamente di domande e risposte, che spiega a un giovane, o meglio a una ipotetica nipote, perché è fondamentale salvaguardare le api dall’attuale minaccia di declino causata dai prodotti fitosanitari utilizzati in agricoltura, dall’inquinamento ambientale, dai parassiti, dalla sempre minore presenza di biodiversità vegetale e dai cambiamenti climatici. A cimentarsi in questo progetto è Marco Valentini, tra i pionieri dell’apicoltura biologica in Italia (nel 1980 fondò una delle prime aziende apistiche biologiche). A dire il vero, come scrive l’autore nella prefazione, questo libro all’inizio doveva essere un semplice articolo di risposta alle critiche che sono arrivate da alcuni apicoltori alla Carta di San Michele all’Adige che contiene l’appello per la tutela della biodiversità delle sottospecie autoctone di Apis mellifera. Poi man mano che lo scritto andava avanti e i concetti venivano semplificati è diventato un testo rivolto ai giovani. E questa è stata senz’altro una buona intuizione.

I giovani sono il futuro e, come hanno dimostrato di recente con Greta Thunberg e con i Fridays For Future, hanno a cuore il problema dei cambiamenti climatici con tutte le loro ripercussioni. Il merito di Marco Valentini, e del suo libro Perché è ancora possibile salvare le api, è quello di portare a conoscenza, con un linguaggio semplice, di questa nuovo vento ecologista, ma anche dei più piccoli, l’insostituibile ruolo che ha l’ape per la salvaguardia del pianeta e per la sicurezza alimentare mondiale: 70 delle 100 più importanti colture a scopo alimentare hanno bisogno dell’impollinazione di api, bombi e altri insetti. Ecco quindi l’autore rispondere a decine e decine di domande: non mangeremo più miele? Io so tutto sullo scioglimento dei ghiacciai e sul pericolo di estinzione degli orsi polari. Sapevo molto poco, invece, sulla sofferenza delle api perché? Ma allora è vero che le api si possono estinguere? Ma davvero la biodiversità è così importante per le api? Che cos’è la sciamatura? Tu pensi che si possa fare qualcosa di buono per le api nei prossimi anni? E così via.

Quello che il libro vuole porre in evidenza è che grazie alle api l’uomo ha la possibilità di comprendere quali sono i danni che provocano la semplificazione delle colture agrarie con la conseguente diminuzione di alberi, arbusti ed erbe spontanee, l’uso di agrofarmaci e i cambiamenti climatici. Dal rapporto stretto con questi insetti può crescere nelle persone un senso di responsabilità verso la biodiversità, animale e vegetale. In altre parole, come riportato nella descrizione del libro, «non c’è mai contrapposizione tra salvaguardia dell’ambiente e salvaguardia del benessere umano. Non si deve scegliere tra salvare la natura o sfamare il mondo, perché i due obbiettivi sono le due facce della stessa medaglia».

Il libro contiene molti accenni all’allevamento delle api e se qualche giovane è interessato a metterli in pratica dalla lettura riceverà una prima infarinatura. Nella prefazione l’Autore scrive: «Non so dove ho letto che se una volta era il Panda che nell’immaginario collettivo occupava il posto di simbolo della necessità di salvaguardare la natura, ora è l’ape ad aver preso questo pesante fardello… I bambini sono i migliori ambientalisti, li rovinano gli adulti quando cominciano a parlare della sostenibilità economica».