È chiamato «Parco delle mura urbiche» lo spazio urbano che Lecce può esibire dopo 15 anni di interventi di recupero strutturale e ambientale in prossimità dell’ingresso nord della città. Uno spazio a prato, esteso per alcune centinaia di metri lineari, frammisto ad arbusti e specie erbacee mediterranee su cui corre un tratto del perimetro murario prospiciente un fossato che nel Cinquecento (periodo di costruzione delle mura) racchiudeva il centro abitato. Per la riqualificazione paesaggistica di quest’area urbana, al comune di Lecce è stato assegnato il premio internazionale «City brand & tourism landscape award 2019», giunto alla quinta edizione, organizzato da Paysage – promozione per l’architettura del paesaggio e dal Consiglio nazionale degli architetti. 150 i progetti partecipanti nelle diverse categorie. Tra quelli inerenti alla riqualificazione del paesaggio urbano, oltre 60, il progetto vincitore del parco delle mura leccesi premiato nel corso di un simposio nel Palazzo della Triennale di Milano, che è anche l’ente patrocinante.

SCENARI INEDITI
«La motivazione per il 1° premio assegnatoci – dice l’architetta Patrizia Erroi, progettista-capogruppo degli elaborati eseguiti dall’Ufficio centro storico del comune di Lecce e da professionisti esterni – parla della validità di una riqualificazione volta al recupero delle mura storiche che ha permesso di svelare scenari inediti per Lecce e di un delicato intervento paesaggistico capace di ricomporre vari elementi, restati finora sconnessi, di emergenze architettoniche originatesi nel tempo. Da parte mia, posso aggiungere che il Parco delle mura è il risultato di una sintesi dei diversi apporti progettuali tesi a rendere visibile un bene monumentale identitario della città di Lecce».
La città dispone ora di un parco pubblico, con un’estensione di circa due ettari, che lambendo il centro storico si palesa come un benefico polmone di verde per residenti e visitatori. In più si è reso fruibile un tracciato murario di 500 metri: ai 400 della cortina muraria e del bastione nord di San Francesco che sovrastano il parco, se ne aggiungono altri 100 di una seconda cortina prospiciente una strada riservata al passaggio pedonale. Nel recupero del tratto di cinta muraria dominante l’area a verde attrezzato, è inserito un percorso turistico-culturale di camminamento sulle mura, adornato del restauro di un antico pergolato con colonnine in pietra.

CAVALIERI IN GIOSTRA
Quest’ultimo fa parte integrante del giardino pensile intramoenia, punteggiato di agrumi, cipressi, palme e piante officinali – visitabile dopo i restauri del parco – che appartiene al rinascimentale palazzo Giaconia (parzialmente comunale) affacciato con le sue linee solenni sulla piazza della chiesa di San Francesco, all’interno delle mura. Una piazza antichissima nella quale i cavalieri in armatura correvano la giostra. Un passaggio esterno sopraelevato, dimensionato al pedone, buca le mura, e conduce direttamente nel giardino pensile del palazzo.
L’intervento di riqualificazione delle mura, nel recuperare il sottostante fossato mediante scavi archeologici, ha comportato il rinvenimento di ruderi remoti di millenni. Con la direzione scientifica di Paul Arthur, ordinario di archeologia del medio evo all’università del Salento, sono venute alla luce una strada d’epoca romana e tracce di una fortificazione, a sua volta cinta da un precedente fossato, di età medievale.

IL CAMPO SPORTIVO
Si tratta di emergenze monumentali, ai piedi delle mura del Cinquecento, le quali, proprio perché risalenti a epoche diverse, costituiscono uno scenario unico pluristratificato a scala urbana. Elemento fondante è sempre la pietra: delle mura, del fossato (che circondava la Lecce antica), dei reperti archeologici, del banco di roccia del sottosuolo. Un insieme che configura, a vista, un paesaggio di pietra, emergente quasi come una grande opera scultorea, in grado di connettere le stratificazioni succedutesi in oltre duemila anni di storia della città. Nella stessa area, i lavori di scavo hanno consentito di evidenziare i resti di fondazione dell’impianto polisportivo «Achille Starace», entrato in funzione nel 1924. Stiamo parlando del campo sportivo, intitolato al gerarca fascista salentino (nativo di Sannicola, vicino Gallipoli), su cui disputava le partite di calcio la squadra del Lecce. Scomparso il regime, venne denominato «Carlo Pranzo» in memoria di un ex-calciatore leccese caduto in Africa nella Seconda guerra mondiale. Adiacente al campo sportivo, nello slargo sotto la muraglia bastionata, si svolgeva fino a tutti gli anni ’50 il mercato ortofrutticolo generale di vendita all’ingrosso.
Rimosse entrambe le strutture, l’area, ancora agli inizi del nuovo millennio, giaceva in uno stato di emarginazione e di progressivo degrado. Infine si è compiuta la sua trasformazione in un parco urbano ad alta valenza storico-monumentale ad opera del Comune, grazie ai finanziamenti del Fondo europeo di sviluppo regionale.

UN PROGETTO AMPIO
«Il lavoro dell’Ufficio centro storico che è stato meritevole del recente riconoscimento internazionale non è un punto di arrivo – dice l’ingegnere Alessandro Delli Noci, vicesindaco di Lecce con delega ai Lavori pubblici – Sollecita se mai l’intervento per un ulteriore recupero, integrale, della cinta muraria cinquecentesca presente in quella zona della città. L’intento è di estendere il percorso di fruizione turistico-culturale del parco delle mura, il cui recupero architettonico-ambientale si trova già inserito nel programma pluriennale delle opere pubbliche. Il nuovo scenario che andrebbe a delinearsi vedrebbe accorpati, al recupero condotto finora, il confinante tratto murario e l’area antistante, che sono comunali, attualmente sede del Circolo del tennis.
Un circolo tennis ubicato a ridosso del centro storico di una città è francamente insolito. L’amministrazione comunale già in passato era parsa intenzionata a rientrare nella disponibilità dell’area che il Circolo tennis di Lecce occupa fin dal dopoguerra, mediante una convenzione che ne regola i rapporti, per restituirla alla fruizione pubblica. Circa sette-otto anni fa era sorto un comitato cittadino che attraverso una petizione popolare aveva raccolto più di tremila firme affinché venisse avviato l’iter per la riconversione dell’area in parco con verde attrezzato a beneficio della collettività. Ora che il Parco delle mura urbiche è divenuto una realtà riconosciuta da istituzioni culturali internazionali, l’amministrazione del Salvemini-bis (il sindaco Carlo Salvemini, supportato dal centrosinistra, con precedente parentesi di governo) affermatasi nello scorso maggio si troverà davanti a una scelta definitiva.