Il gusto americano, il western e la chitarra elettrica sono il filo conduttore del nuovo disco di Cisco Indiani & cowboy, e capiamo subito che l’Emilia può assomigliare un po’ al Texas, dove l’autore è andato a cercare ispirazione. Già dal secondo brano Siete tristi, Cisco ci presenta il quadro di demenza in cui viviamo come caricature e omologati, con fiori finti, le foto scattate senza sosta e le suonerie social che in sottofondo «disturbano» la tromba. Un cantautore che fa parte del firmamento del folk rock politico con la sua visione disillusa del mondo ed eroica (come in Guido Rossa, in onore dell’operaio sindacalista ucciso dalle Brigate Rosse), anche nel momento in cui sembra più difficile decifrarlo. Parole condivisibili anche perché la voce fa parte di quel patrimonio di cantautori impegnati degli anni ’90 che rintocca nei cuori di chi ha vissuto quel momento. C’è però da dire che i codici sono differenti e la malinconia che evoca i ritmi più umani di un tempo, rischia di restare confinata alle feste della Liberazione o del Primo Maggio.