Si annunciano incertissime le elezioni presidenziali che si svolgono oggi in Honduras, alla presenza di un contingente di mille osservatori internazionali e 15mila nazionali. I quali cercheranno di impedire che si riproponga quanto accaduto in quelle del 2013 – a quattro anni dal colpo di Stato contro Manuel Zelaya – vinte da un rappresentante dell’oligarchia, Juan Orlando Hernández del Partido Nacional, grazie a una frode organizzata a più livelli, dalla compravendita di voti nelle regioni più povere fino all’occultamento, da parte del Tribunale Supremo Elettorale (Tse), di una percentuale elevatissima di registri elettorali non scrutinati.

 

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Misure di sicrezza in vista delle elezioni a Tegucigalpa (Efe)

In un clima di forte tensione e in mezzo ad assassinii politici, il rischio che oggi la storia si ripeta risulta comunque altissimo, con l’aggravante dell’incostituzionale ricandidatura del presidente Hernández per un secondo mandato, grazie a due contestatissime sentenze della Corte Suprema di Giustizia – anch’essa sotto il controllo governativo – che hanno dichiarato inapplicabile l’articolo 239 della Costituzione sul divieto della rielezione, benché questo faccia parte dei principi non modificabili neppure con leggi costituzionali. Tanto più paradossali, tali sentenze, in quanto era stata proprio l’accusa, infondata, al presidente Zelaya di aspirare a un secondo mandato – con la sua iniziativa di consultazione popolare per consentire al popolo di pronunciarsi sulla convocazione o meno di un’Assemblea Costituente – a determinare la sua destituzione per i reati di attentato alla forma di governo, tradimento della Patria, abuso di autorità e usurpazione di funzioni.

A tentare di scongiurare quello che l’opposizione ha definito come un autogolpe sarà, in particolare, il presentatore televisivo Salvador Nasralla, a capo dell’Alleanza di opposizione contro la dittatura, il quale, dato per favorito dai sondaggi indipendenti addirittura con un vantaggio tra i 15 e i 20 punti, ha già fatto sapere che non accetterà il sistema di trasmissione, conteggio e divulgazione dei risultati utilizzati dal Tse, ricorrendo a un sistema indipendente basato sui soli registri elettorali.

 

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Materiale elettorale sorvegliato dai militari (Efe)

 

Se ciò non bastasse a evitare le frodi, non resterebbe all’Honduras che proseguire sulla strada tracciata dal primo mandato di Hernández, nel segno delle più severe misure di aggiustamento e di un accentuato processo di concentrazione di terra, di precarizzazione del lavoro, di apertura indiscriminata al capitale attraverso la creazione di Zone di impiego e sviluppo economico, o “città modello”, ossia aree abbandonate alla devastazione e allo sfruttamento, insieme a una sistematica politica di persecuzione ideologica contro i militanti delle organizzazioni popolari (di cui l’omicidio di Berta Cáceres costituisce l’esempio più eclatante). Ultimo caso è quello della denuncia presentata dal Cofadeh (Comité de Familiares de Detenidos y Desaparecidos en Honduras) riguardo a un piano per assassinare Rafael Alegría, storico esponente dei movimenti sociali, e Gilda Silvestrucci, giornalista di Telesur.