La fascinazione per le musiche afroamericane è componente non secondaria per il regista Bertrand Tavernier. Alla metà dei suoi quarant’anni realizza due pellicole fra loro complementari: un documentario dove dominano i paesaggi e la collettività sonora neroamericana (Mississippi Blues, 1985, girato con Robert Parrish) e una storia (Round Midnight, 1986) in cui invenzione e realtà, biografia e cultura, jazzman e jazzfan, Francia e Usa si connettono.

IL PRIMO va a cercare direttamente nei territori d’origine del blues (e della sua comunitaria sopravvivenza) una sorta di matrice sonoro-esistenziale. In Mississippi Blues Tavernier – insieme al co-regista americano Parrish, a lungo a fianco di John Ford per i montaggi – percorre luoghi e cittadine del Deep South. Qui ritrae la «terra» di quel particolare paesaggio, riprende i luoghi della musica nera – dalle chiese ai barbershop – intervista anonimi personaggi, documenta i suoni – dagli spiritual al blues – che restano parte integrante nella vita delle comunità black. Il senso, come si legge nella citazione da William Faulkner che conclude la pellicola, è che «il passato non è morto e non è ancora nemmeno passato».

In Round Midnight, splendido titolo rubato ad un indimenticabile brano di Thelonious Monk, Bertrand Tavernier lavora insieme a Dexter Gordon: sassofonista tenore afroamericano, a lungo vissuto in Europa, che si rivela un attore superbo e, di fatto, un co-sceneggiatore perché interviene sul copione con la sua diretta, personale, autentica esperienza di jazzman. È lui che dà «corpo» a Dale Turner, figura che unisce Lester Young e Bud Powell, a colui che incarna il bebop collocandolo nella Parigi tra fine anni ‘50 e inizio ‘60. Turner/Gordon è sia un eroe musicale sia un artista che si autodistrugge ma a salvarlo – temporaneamente – ci prova Francis Borier, un grafico innamorato perso del jazz e della sua autenticità rivoluzionaria.

Borier è modellato sulla figura reale di Francis Paudras, fotografo parigino che – lo racconta nel toccante libro autobiografico Dance of the Infidels – ha davvero adottato il pianista afroamericano Bud Powell, salvandolo almeno per un po’ dall’autodistruzione. Round Midnight è uno dei più riusciti film sul jazz perché lo narra (ampi i meriti della fotografia) dal punto di vista del jazzista americano – senza nascondere miseria, droghe e alcool – però in un contesto europeo, dipingendo il processo creativo dell’artista e quello mimetico di un pubblico in cerca di arte vera.

TURNER tornerà nelle ultime scene a New York; la colonna sonora e le numerose sequenze musicali (responsabile Herbie Hancock) ricostruiscono con assoluta fedeltà – un film nel film – la scena delle caves parigine, con i musicisti che suonano in diretta: Dexter Gordon, Chet Baker, Wayne Shorter, Hancock, Bobby McFerrin, Pierre Michelot, Billy Higgins…