La voce secondo cui le poltrone del Questore di Torino e del Prefetto, Angelo Sanna e Renato Saccone, fossero pericolosamente in bilico dopo il disastro di piazza San Carlo avvenuto sabato scorso, nella mattina di ieri dilagavano. L’arrivo in città del ministro dell’ Interno Marco Minniti – che ha anche visitato i setti feriti più gravi ricoverati in tre ospedali torinesi – per un vertice chiarificatore sulla reale dinamica che ha portato al ferimento di oltre mille e cinquecento persone, ha creato molta tensione.

Il capo della Polizia, Franco Gabrielli, con una dichiarazione rilasciata durante la mattina ha stemperato gli animi, soprattutto per quanto concerne la posizione del Questore: «Cosa non ha funzionato lo dirà l’inchiesta giudiziaria, perché le oltre mille e cinquencento persone ferite hanno diritto di sapere se qualcuno ha sbagliato e dove, ma mi sembra un esercizio sterile mettere ogni volta qualcuno sul banco degli imputati».

A rendere probabile l’iscrizione di più soggetti nel registro degli indagati – le accuse potrebbero andare dalle lesioni colpose all’omissione – sono le falle che emergono ora dopo ora nella macchina organizzativa. Una su tutte: il comitato per la sicurezza, presieduto dal Prefetto, non si è mai riunito. Nonostante la certezza che in piazza si sarebbero riversate decine di migliaia di persone provenienti da tutta Italia, in un contesto storico connotato dal dilagare della minaccia terroristica. Particolare scalpore ha fatto la notizia secondo cui il parcheggio sotterraneo di piazza san Carlo sia rimasto liberamente fruibile per tutto il giorno, anche durante lo svolgimento della partita di calcio.

Sul fronte politico si registrano invece due novità. La prima è una prima ammissione di responsabilità della sindaca Chiara Appendino. Nonostante la pioggia di critiche da ogni parte, perfino dall’interno della sua organizzazione politica, per molte ore ha sostenuto una linea intransigente. Probabilmente generata dal sospetto che alla base del disastro vi sia stata una generale sciatteria nella gestione materiale – leggi forze dell’ordine presenti sul territorio – dell’ordine pubblico durante la giornata di sabato. Poi, in un video, dedicato per nove decimi alle motivazioni socioculturali che hanno portato alla disgrazia, ha sostenuto: «sono pronta ad assumermi eventuali responsabilità attribuite a me e alla mia amministrazione».

Una commissione di indagine interna è stata proposta dalle minoranze, per accertare le reali dinamiche avvenute durante la partita di calcio. Con ogni probabilità anche la maggioranza voterà a favore dell’istituzione. In particolare potrebbe finire nel mirino il capo di gabinetto, Paolo Giordana. E mentre il ministro portava avanti la sua visita, molto simile ad una ispezione, le condizioni cliniche di due donne si sono aggravate. Una di esse, già sofferente per un prolungato arresto cardiaco da compressione cagionato dalla fuga della folla che ne ha calpestato il corpo, ha avuto un infarto che ha costretto i medici a praticare una sedazione profonda.