Di Lucio Dalla si conosce tutto. O quasi. Di Paola Pallottino poco, tranne qualche spicciolo biografico che la conta come illustratrice, poetessa, figlia del grande archeologo e etruscologo Massimo, oltre ad essere l’autrice di 4 marzo 1943. Ma, se l’incrocio con Dalla le ha dato fama imperitura, la Pallottino per il futuro cantante è stata molto di più ed un libro di Massimo Iondini ora fa luce su uno dei rapporti più importanti della musica leggera italiana. Già dal titolo si ribalta la relazione, un libro che si legge a capitoli seguendo gli otto testi (e un inedito, La ragazza e l’eremita, di cui si conservano un demo e la versione di Branduardi) che la scrittrice scodellò a Dalla in poco meno di 4 anni per pugno di album. Oggi quei dischi sono leggendari al pari di quelli che seguirono con un altro poeta, Roberto Roversi, forse più vicino a lui come sentire. Tutti ahilui contrassegnati dall’insuccesso. Un insuccesso si dovrebbe dire inseguito con coerenza e ostinazione prima dell’esplosione degli album omonimi degli anni 80 e la prova generale di Com’è profondo il mare. Il Dalla di successo era quello libero di fare tutto da solo. Eppure, il favore del pubblico l’aveva saggiato, proprio grazie alla Pallottino e alla loro prima collaborazione, 4 marzo 1943. L’inizio di una leggenda.