«Ritengo Jerry Lewis più un pittore che un regista», sosteneva Jean-Luc Godard davanti a un Dick Cavett piuttosto confuso ancorché affascinato dalla potenza di sintesi del suo interlocutore. «Probabilmente lui nemmeno lo sa. Lui è il continuatore delle cose che facevano Harry Langdon, Buster Keaton e Charlie Chaplin. Lui lavora con lo spazio. Lui non carrella e non fa tutte quelle robe che invece fanno i cosiddetti cineasti moderni. Lui è interessato allo spazio e all’inquadrare. È un ottimo ’inquadratore’. Possiede un grande senso della geometria. Per essere un comico devi essere molto bravo con la geometria».

Basterebbero queste poche osservazioni di Godard a dare il senso della singolarità di Jerry Lewis e – al contrario – a spiegare come mai, a volte, nei film di JLG, il mondo sembra muoversi come in un film di Lewis. Hardly working. Il luogo comune vuole che Lewis abbia dato il meglio di sé come interprete al servizio di altri, specialmente del grandissimo Frank Tashlin (altro regista amato da Godard). In realtà, nel passare a dirigere se stesso, Lewis passa dal personaggio all’inquadratura, alla scena. Dalla maschera alla macchina. Dirigendo se stesso, Lewis scopre come la macchina del cinema potrebbe non funzionare e – soprattutto – perché dovrebbe smettere di funzionare. I «lealisti» di Lewis, i suoi macmahoniani, piangono amaro rispetto alla presunta lentezza dei suoi film da regista e soprattutto dei suoi ultimi lavori.

Proprio quelli nei quali la riflessione dell’attore e regista si sintonizza implacabilmente con le grandi macchine disfunzionali del cinema moderno, Godard e Luc Moullet in testa. Senza dimenticare le osservazioni di Chris Fujiwara sul cinema lewisiano come macchina di rifrazione autobiografica, sono proprio i suoi film da regista, quelli che secondo i loro detrattori «non fanno più ridere», e che invece, secondo JLG «fanno ridere» proprio perché «non funzionano», il luogo nel quale l’enorme lezione di S(t)an Laurel giunge alla sua naturale conclusione; lui il più grande registra di gag comiche che non ha mai firmato un film. Ecco: è da questo mal-funzionamento che il cinema di Jerry Lewis oggi ci riguarda più che mai.