In questi ultimi mesi abbiamo ricordato una serie terribile di Stragi di terrorismo, da Piazza della Loggia a Brescia, alla strage di Ustica, alla strage alla Stazione di Bologna e del treno Italicus, con grandi adesioni di parenti, cittadini, istituzioni.
Bisogna passare dalle parole ai fatti: spetta dunque alle Istituzioni, all’esecutivo in particolare, mostrare nell’impegno quotidiano effettivo, l’adesione all’appello alla verità, alla giustizia e alla memoria, che è risuonato nelle nostre Piazze.
Nei messaggi con i quali il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricordato questi avvenimenti, è ritornato forte il richiamo all’impegno per una verità che dovrà essere interamente conquistata, per rendere completa l’affermazione della giustizia e perché la ferocia delle stragi diventi parte incancellabile della memoria del popolo italiano e della Storia della Repubblica.

Dopo i giorni del ricordo e le commemorazioni sono dunque Giustizia e Storia i nodi che vanno affrontati con grande impegno di tutti a cominciare dalle istituzioni e dal governo soprattutto: da un lato è doveroso chiedere alla magistratura di svolgere appieno il proprio ruolo; per alcune delle tragiche vicende siamo senza responsabili ed è lontana la verità, mentre per altre sono tuttora aperti processi ed indagini. Ad esempio a Bologna, per la strage alla Stazione è in corso un processo per un responsabile e indagini per individuarne i mandanti, mentre a Roma la procura della Repubblica indaga per individuare definitivamente i responsabili materiali dell’abbattimento nei cieli, del DC 9 dell’Itavia.

Per quanto riguarda la strage di Ustica è evidente la necessità di un intervento di governo e diplomazia per ottenere la collaborazione di Paesi amici e alleati che debbono rispondere esaurientemente alle rogatorie dei magistrati.

E poi il nodo della Storia, e qui deve essere ancora maggiore, se possibile, l’impegno dell’esecutivo, deve essere compiuto un grande sforzo nel reperimento e nella «pubblicazione» delle fonti, che permetta di aprire la via a un impegno forte e determinato per lo studio da parte degli storici.

Penso ci sia molto da fare!

Proprio agli storici, che stanno denunciando la perdita di ruolo e di importanza, vogliamo rivolgere l’appello affinché diventino davvero protagonisti di una nuova stagione di ricerca sugli anni terribili dello stragismo, fino alle vicende degli anni ‘80.

L’università deve diventare protagonista: a Bologna, ad esempio, su sollecitazione dell’Associazione dei parenti delle vittime della strage di Ustica e con il finanziamento del Comune di Bologna, l’università si è impegnata a reperire competenze specifiche, ma dovrebbero essere coinvolti anche i vari istituti, a cominciare dalla Rete degli istituti per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea radunati attorno al nome di Ferruccio Parri.

Agli storici deve essere fornita la dovuta documentazione e qui diventa indispensabile l’intervento del governo a cominciare dalla effettiva applicazione e realizzazione della Direttiva Renzi del 2014 che doveva essere la via per la trasparenza e l’accesso a tutta la documentazione appartenente alle varie amministrazioni dello Stato riguardante i più sanguinosi episodi di terrorismo e stragi della storia repubblicana.

Le varie Associazioni di vittime ne hanno più volte denunciato i limiti e il sostanziale fallimento perché, al di là delle questioni più prettamente archivistiche, sono proprio i documenti, le carte a mancare, a non essere messe a disposizione. Oggi è al lavoro un nuovo Comitato consultivo presso la presidenza del consiglio, che però si è già scontrato, proprio nel mese di luglio, con la totale chiusura dei Servizi.

E’ necessario impegnarsi maggiormente, è necessario un impegno effettivo da parte del governo che porti ad un cambio di passo sostanziale nell’applicazione della Direttiva, per poter scrivere davvero tutta la Storia delle Stragi che hanno insanguinato il nostro Paese.

* presidente Associazione Parenti Vittime Strage di Ustica
Bologna, 6 agosto 2019