«Se muoio io distruggo tutto». Antonello Montante lo ripeteva agli amici e soprattutto ai nemici. L’inchiesta per concorso esterno in associazione mafiosa aveva fermato la sua incredibile ascesa in Confindustria e nelle stanze che contano, ma grazie alla sua fitta rete di relazioni con personaggi potenti della politica e degli apparati dello Stato l’imprenditore pensava di poterne uscire. Quell’indagine che sembrava su un binario morto invece si è allargata, aggiungendo nuovi elementi. A dare impulso all’inchiesta sono stati due uomini chiave: Marco Venturi e Alfonso Cicero. Il primo è un imprenditore con aziende a Caltanissetta e a Catania, il secondo...
Politica
Dalla campagna contro il pizzo alla stanza segreta per spiare i pm
L'inchiesta. Il connubio con Marco Venturi, che poi diventa il suo più strenuo accusatore