Cos’è il patrimonio indisponibile?

Il patrimonio di titolarità di un ente pubblico, disciplinato dal codice civile e destinato solo ad alcune tipologie di scopi. Non può essere alienato.

Cos’è successo a Roma tra Comune e assegnatari di quei beni?

Dal 2012 si è diffusa in maniera scandalistica la cosiddetta «Affittopoli». Lo scandalo parte dalle case popolari del centro storico. Invece di verificare le effettive condizioni di reddito di chi viveva là, è passato il principio che di per sé fossero illegittime. Accanto a ciò, un procuratore della Corte dei conti ha sostenuto una sua tesi giuridica, poi sconfessata dai giudici, secondo cui la scadenza del contratto o le irregolarità nelle concessioni di immobili alle associazioni producevano automaticamente l’obbligo di pagamento del 100% del canone di mercato. Queste vicende hanno portato al blocco dei rinnovi delle assegnazioni. Altra casistica sono i contratti mai perfezionati dal Comune.

La legge dice che i beni indisponibili devono essere assegnati attraverso un bando di gara?

Assolutamente no. Anche perché a Roma sono ancora vigenti il regolamento del 1983 e le delibere 26/1995 e 202/1996 che prevedono modalità diverse dal bando.

Perché non si assegnano nuovi spazi?

Nel 2015 è stata votata la delibera 140, che è di giunta e non cancella quelle precedenti che sono consiliari. Essa ha rappresentato la volontà del Comune di fare le assegnazioni attraverso procedimenti di evidenza pubblica. In ogni caso alcune tipologie di beni sono state assegnate sulla base della vecchia normativa. Il problema è che c’è tutto un contenzioso col Comune che doveva fare il nuovo regolamento. Si è diffusa la convinzione che fossero gli uffici a pretenderlo e dovesse per forza prevedere lo strumento del bando.

Quali rischi vengono dalla bozza di regolamento per lo status del patrimonio indisponibile?

Il testo è un miscuglio di cose. Sembra fare confusione anche sull’utilizzo di questo tipo di patrimonio, come fosse quasi di tipo disponibile e quindi potenzialmente rivolto anche ad attività diverse da quelle di interesse generale. Infatti l’articolo 24 è sulla valorizzazione. I consiglieri hanno spiegato verbalmente di riferirsi a una valorizzazione legata all’uso sociale dell’immobile, ma nell’articolo non è scritto così. Tra le intenzioni rappresentate e la carta risultano differenze notevoli. Il testo pone rischi di usi non giustificabili di beni indisponibili e demaniali.