Dopo oltre sessanta giorni nelle galere russe, l’attivista italiano di Greenpeace Christian D’Alessandro è uscito ieri dal carcere. È finalmente libero ed è libero in compagnia di altri colleghi: del polacco Tomasz Dziemianczuk, dell’argentina Camila Speziale, di Sini Saarela (Finlandia), di Anne Mie Roer Jensen (Danimarca) e del francese Francesco Pisanu. Ad altri cinque era stata concessa in mattinata la possibilità di uscire dal cacere e ad altri ancora è stata concessa la libertà su cauzione e potranno quindi tra poco raggiungere gli altri attivisti liberi. A D’Alessandro la libertà su cauzione era stata approvata tre giorni fa ma non si sapeva quando sarebbe stato rilasciato. La cause che riguardano gli attivisti arrestati (trenta) si discutono alla corte di San Pietroburgo, mentre un altro tribunale si occupa del battello sequestrato dopo il blitz contro la piattaforma di Gazprom nell’Artico, all’origine degli arresti e del sequestro della nave degli ecologisti, che resta in stato di fermo. Il tribunale regionale di Murmansk ha infatti respinto sempre ieri un ricorso contro il sequestro dell’ «Arctic Sunrise» da parte delle autorità russe. «Questa è una sentenza estremamente deludente. Crediamo che questo verdetto sia in violazione e del Codice di procedura penale russo e del diritto internazionale. Procederemo con la Cassazione», ha detto commentando la decisione dei giudici russi Gerrit-Jan Bolderman, direttore della Stichting Phoenix, proprietaria della nave e citato dal sito di Greenpeace International che registra in tempo reale gli aggiornamenti della posizione processuale dei suoi attivisti ancora reclusi.

[do action=”quote” autore=”Emma Bonino”]«A volte bisogna essere molto cocciuti»[/do]

«Lo rifarei», ha detto D’Alessandro ai cronisti che lo attendevano all’uscita dal carcere e che gli chiedevano del blitz contro la piattaforma petrolifera russa. D’Alessandro ha subito chiamato a casa i genitori – riferisce l’Ansa – e si è rivolto al padre con la parola «libertà», segno che ormai la sua epopea carceraria era finita. Il compiacimento è anche del nostro ministero degli Esteri: Emma Bonino ha commentato la vicenda sostenendo che per la scarcerazione degli attivisti, «la pressione anche diplomatica ha funzionato. A volte – ha detto la titolare della Farnesina a margine di un convegno sull’Europa federale a Bologna – bisogna essere molto cocciuti, specie con i Paesi terzi». Inoltre, ha aggiunto, «D’Alessandro è uscito in libertà provvisoria ed è già una cosa importante ma, ora dobbiamo vedere quali saranno il capo d’accusa e le procedure». Un commento arriva anche da Vladimnir Putin, secondo cui gli attivisti di Greenpeace hanno fini «nobili» ma metodi «sbagliati». A proposito della vicenda degli ambientalisti arrestati, il presidente russo si è augurato pubblicamente, durante la prima assemblea degli scrittori russi, che il suo Paese agisca con «clemenza».