Verdi e Puccini, Strauss e Mozart, McGregor e Preljocaj, Nureyev e Balanchine, Mahler e Bruckner. Tra opera lirica, balletto e concerti sono questi alcuni nomi su cui punta la stagione 2018/2019 del Teatro alla Scala. L’inaugurazione del 7 dicembre, anticipata come consuetudine il 4 dall’anteprima Under30, è con Attila, opera giovanile di Verdi per la regia di Davide Livermore, nel ruolo protagonista Ildar Abdrazakov. Come sottolinea il sovrintendente Alexander Pereira la stagione risponde a un progetto culturale che abbraccia più anni con metà dei titoli in cartellone legati al repertorio italiano. «Con Attila», aggiunge il direttore musicale Riccardo Chailly, «proseguiamo nel percorso sul Verdi giovanile iniziato tre anni fa con Giovanna d’Arco, una trilogia di opere che ci porterà nei prossimi anni a Macbeth».

Verdi è presente in stagione con altri tre titoli: La Traviata nello storico allestimento del 1990 di Liliana Cavani (gennaio – marzo) con la Violetta di Marina Rebeka, I Masnadieri, con Michele Mariotti sul podio e la regia di David McVicar, Rigoletto per il Progetto Accademia. Per gli appassionati di Puccini arriva Manon Lescaut, che Chailly propone nella prima versione andata in scena a Torino nel 1893, protagonista Maria José Siri. E ancora La Cenerentola di Rossini e L’Elisir d’Amore di Donizetti.

Non solo repertorio italiano però: nuove produzioni per il capolavoro di Musorgskij, Chovanščina, bacchetta di Valery Gergiev, sulla rivolta contro Pietro il Grande, per la regia di Mario Martone e le scene di Margherita Palli, per Ariadne auf Naxos e Die Ägyptische Helena, entrambe di Richard Strauss, per l’Idomeneo di Mozart. In arrivo anche un titolo mai visto al Piermarini: Die tote Stadt (La città morta) di Korngold, regia di Graham Vick. Quartett di Luca Francesconi nella regia della Fura dels Baus riporta l’attenzione sulla musica del nostro tempo, mentre tra le curiosità non sfugge il Gianni Schicchi di Puccini per l’inedita regia di Woody Allen e la bacchetta di Adam Fischer con gli allievi dell’Accademia Teatro alla Scala.

La stagione di balletto diretta da Frédéric Olivieri aprirà in dicembre con Lo Schiaccianoci di George Balanchine, fiabesca versione del classico di Petipa e Ivanov creata per il New York City Ballet nel 1954; virata verso il segno contemporaneo con Angelin Preljocaj per la creazione su Winterreise di Schubert (gennaio-marzo). In aprile 2019 dal Covent Garden di Londra arriva alla Scala una delle produzioni più travolgenti degli ultimi anni: Woolf Works di Wayne McGregor, su musica di Max Richter con il ritorno in Scala di Alessandra Ferri che insieme all’ospite Federico Bonelli danzerà con il Corpo di Ballo del Teatro.

Tra i classici in cartellone La Bella Addormentata nel bosco della versione Nureyev, ospite Polina Semionova, e Giselle con Svetlana Zakharova. Bolle chiude la stagione con l’Onegin di Cranko, danzato in coppia con Marianela Nuñez, e la ripresa del Boléro di Béjart in trittico con Symphony in C di Balanchine e Petite Mort di Jiří Kylian. Dall’estero guest il Tokyo Ballet.

Otto infine gli appuntamenti della stagione sinfonica, direttori Chailly, Adam Fischer, il 26enne Lorenzo Viotti, Christoph von Dohnányi, Myung-Whun Chung, Zubin Mehta, Ingo Metzmacher alla direzione oltre che di Mahler e Bruckner, di Debussy, Ravel, Ciaikovskij, Mendelssohn e Luciano Berio.