E’ un’isola sonante, la Puglia, una regione che affida il proprio flusso narrativo al linguaggio della musica. E lo fa, sempre di più, senza conoscere le necessità dei generi, ma affidandosi a una infinita molteplicità di stili che hanno la capacità di raccontare un nuovo sentire giovanile, le cui radici affondano, da un lato, nella nascita del cosiddetto Salento Folk Revival (sino alla sua espressione più pop, la Notte della Taranta), dall’altro, dall’altro nella scena del neoreggae. Tutto questo ha generato il successo di una manifestazione come il Medimex, che, arrivato alla sua quarte edizione (si è svolta a Bari dal 30 ottobre all’1 novembre), si è trasformato da vetrina della musica italiana in laboratorio dove vengono concepiti i suoni che meglio descrivono la contemporaneità.

Un appuntamento che va letto come un catalogo dal vivo di aspirazioni creative che trovano concretizzazione grazie a un progetto, unico in Italia (si chiama Puglia Sounds) di sostegno alle produzioni regionali. Il risultato è una trama fittissima di incontri, collaborazioni, scenari che si aprono in continuazione dai quali potrebbero uscire i protagonisti futuri della popular music. Basti pensare a un disco di una forza evocativa infinita, come Ura dell’inedita coppia formata dal violoncellista Redi Hasa e dalla cantante Maria Mazzotta, voce del Canzoniere Grecanico Salentino, del quale, tra l’altro, è atteso il nuovo album nei primi mesi del 2015.

Ludovico Einaudi, che, dopo aver diretto per due irripetibili edizioni l’ensemble della Notte della Taranta, è diventato uno dei ‘padri spirituali’ di questa ondata, di loro ha detto ‘Grazie a Maria Mazzotta e a Redi Hasa, ci si trova subito catapultati nei densi e vivaci aromi dei Balcani’. Un disco geografico il loro, ma dalle geografie incerte, come lo sono i confini dell’area che li ha ispirati. Un percorso nomade che spazia dal Montenegro alla Tracia, dall’Albania alla Puglia, un dialogo tra una voce che passa dai timbri del dramma a quelli della ballate d’amore (le due cose, in fondo, possono coincidere) mescolando torbidi paesaggi elettronici e notti senza fine ad osservare ciò che una volta veniva chiamata civiltà contadina. Il senso della festa nell’aia.

Lo stesso, ma in una dimensione urbana, contenuto in un altro dei dischi ascoltati al Medimex, Rime patate e cozze dei Bari Jungle Brothers. Qui l’hip hop torna a essere (finalmente) quello delle origini, una forma di racconto orale all’esclusivo servizio della comunità, con un senso fortissimo del ‘party’ che si mischia con la consapevolezza sociale. E con la trasmissione generazionale del messaggio, grazie a una band dove rappers della old school, come il Reverendo e Torto (qualcuno ricorda i Pooglia Tribe e gli Zona 45?) incontrano talenti adolescenti.

Infine, un respiro esotico avvolge il nuovo lavoro di Populous che, nel Salento più remoto ha realizzato il sofisticato Night Safari, una raccolta di panorami sonori in bilico tra le suggestioni di un terzomondismo chic alla Brian Eno e il groviglio digitale della pista da ballo. Su tutto, una buona notizia per la musica italiana. Il Medimex si farà anche nel 2015, mentre per le edizioni successive bisognerà aspettare le linee guida sulla cultura della giunta regionale che, dopo le elezioni imminenti, succederà al governo Vendola, che di Puglia Sounds (e quindi del Medimex) è stato uno dei sostenitori.

Pierfrancesco Pacoda