Compie 15 anni il Concorso Lingua Madre, parte essenziale del programma in streaming proposto dal Salone del Libro di Torino in corso. Sabato 16 maggio alle ore 12.45 si potranno ascoltare le molte autrici che interverranno anche quest’anno per portare la propria differenza nell’ambito di un progetto su cui Daniela Finocchi, ideatrice e responsabile del Concorso, lavora costantemente. Del resto nel corso degli anni sono state oltre ottomila le donne che hanno inteso partecipare con i propri racconti, consegnati in quindici antologie (l’ultima è in corso di pubblicazione per le edizioni Seb27), che mappano il vasto territorio letterario della migrazione, documentato poi anche dalle mostre fotografiche. Una sponda che si muove tra la scelta autobiografica e altri generi portati avanti con creatività.

ANCHE in questa edizione «diversa» del Salone, in cui i corpi stanno un passo indietro rispetto l’emergenza sanitaria che non consente la prossimità, si insiste in un simbolico che è la vera chiave di volta dell’impresa. Punto politico e guadagno del suggerire l’ostinazione al pensare partendo da se stesse, dalla propria esperienza fatta di invenzione, nuova cittadinanza, vivere la comunità in un appassionato modo di stare nel mondo.

Se tante sono le autrici che negli anni si sono succedute, partecipando da diverse parti del mondo e offrendo spunti di discussione sulle seconde generazioni, insieme alla diffusione di saperi e immaginari da contaminare e conoscere, anche quest’anno il viaggio offerto ci trascina dal Perù alla Turchia e al Bangladesh. Un progetto decisivo che ha visto la collaborazione di realtà, altrettanto solide, come per esempio la Società Italiana delle Letterate.
Ancora una volta, la scrittura delle donne interroga il presente e questo passaggio complesso che non abbiamo smesso di attraversare; per questa ragione il sito di Clm si apre in queste settimane alla discussione pubblica sul «passaggio di civiltà che parta dalla differenza di cui sono portatrici le donne. Cosa che non avviene», consultando e ospitando contributi di lettrici e lettori su concorsolinguamadre.it.

TRA LE VINCITRICI di questa quindicesima edizione c’è Yeniffer Lilibell Aliaga Chávez con il racconto «Mille e una luna». Nata nelle Ande settentrionali del Perù, si trasferisce a Torino all’età di otto anni dove si laurea in Antropologia culturale. Proprio su quella prima esperienza di strappo infantile che le avrebbe consentito di riabbracciare sua madre, emigrata 4 anni prima, l’autrice avvia un percorso sensoriale attraverso i ricordi che compongono il suo corredo famigliare, in particolare riferiti a sua nonna Adela.

BERIVAN GÖRMEZ arriva invece in Italia dopo un passaggio in Olanda ed essere tornata in Turchia, tra Arnhem, Woerden e Adana. Attualmente è mediatrice culturale per immigrati curdi e turchi. Scritto a quattro mani con Alessandra Nucci, «I regni di Berivan» interpella l’anatomia della identità, intesa come concetto mobile, sessuato e cruciale in particolare riferimento alla esperienza migratoria curda. Misurandosi con l’inquietudine dell’esistere, si apre un’altra narrazione ancora frutto di una relazione: «Vulnerabile» è il racconto di Tahmina Akter (di origine bangladese, giornalista e corrispondente della rivista «Probas Mela» e che attualmente abita a Venezia) scritto insieme ad Alice Franceschini.

CON LORO, molte altre autrici interverranno sabato mattina, tra cui anche Silvia Favaretto e poi ancora Nadia Kibout (Algeria), Corina Ardelean (Romania), Narcissa V. Ewans (Polonia). È un’occasione conoscerle e ascoltarle una per una, ne è convinta anche Daniela Finocchi che descrive lo spirito del Concorso Lingua Madre come «luogo di gemmazione. Le loro storie con sguardo lucido e critico, attraversano il dipanarsi di vite che non si rassegnano ai pregiudizi e alle discriminazioni. Nella leggerezza e trasparenza dello stile, sfiorano delicatamente i più vari aspetti: la maternità, l’emigrazione, le origini, la neutralità del linguaggio, le violenze. A vincere è la forza delle donne che ne sono protagoniste».